Part-time ciclico, a Bergamo sentenza storica dà ragione alla Cisl

Milano, 14.10.2019

“Una sentenza storica, una vittoria importante”. Alberto Citerio non usa mezzi termini per presentare la decisione del Tribunale di Bergamo sulla causa intentata da Fisascat Cisl nei confronti dell’Inps, dopo un esposto promosso dal Patronato Inas di via Carnovali. Il giudice ha dato ragione al sindacato sulla questione del part time ciclico, ovvero della situazione in cui si trovano le lavoratrici (quasi sempre sono donne) che lavorano nelle mense, o nelle scuole come assistenti educatrici o nei servizi di pulizia, e quindi si trovano sospese dall’incarico, senza stipendio e senza contributi per tre mesi su dodici.
“Questa mattina –racconta il sindacalista – abbiamo vinto le prime due sentenze contro l’Inps per il riconoscimento dei contributi figurativi per il part-time ciclico scolastico. Un risultato storico dal valore politico incomparabile. Abbiamo investito importanti risorse umane ed economiche, ma abbiamo ridato speranza a categorie debolissime di Lavoratrici dei nostri settori”.
Così, i giudici del lavoro, in due udienze separate, hanno sentenziato che “si accerta il diritto delle ricorrenti all’accredito dell’intera contribuzione annua di 52 settimane in relazione ai periodi di lavoro part-time ciclico svolto” alle dipendenze delle ditte che si sono susseguite negli appalti, in alcuni casi, anche dal 2001.
A Bergamo si parla di oltre 3000 persone, impiegate a vario titolo nei settori scolastici: 1000 per la ristorazione, 1200 nell’assistenza scolastica attraverso le coop. Sociali, quasi mille per le pulizie.
“Già una sentenza della Corte Europea si era espressa sulla necessità di non discriminare i lavoratori attraverso i trattamenti contributivi. La Fisascat  – prosegue Citerio – ha promosso, a fine 2018, 160 cause per altrettante lavoratrici con contratto part time ciclico legato al calendario scolastico. Sono addette alla ristorazione, pulizie ed assistenza scolastica. La nostra azione mira da tempo a colmare le differenze di trattamento con altri dipendenti di identiche amministrazioni, spesso anche pubbliche.
La causa, curata dallo studio Pesenti –Pizzigoni, si fonda sul principio della non discriminazione di queste lavoratrici che, a parità di reddito annuo e di contribuzione hanno 9/12 di contributi versati rispetto ad un part time orizzontale su tutti i mesi dell’anno. Oggi, dunque, anche il tribunale del lavoro ci ha dato ragione nelle prime due cause che sono andate a sentenza e che interessano 15 lavoratrici. Ci auguriamo – conclude il segretario Fisascat -, come è normale che sia, che queste prime sentenze facciano giurisprudenza e che le successive udienze seguano questa strada”.