Partire dal Pilastro europeo dei diritti sociali per costruire una nuova Europa

Milano, 3.5.2019

Per combattere la disaffezione dei cittadini, registrata negli ultimi dieci anni, e vincere le grandi sfide che sul fronte del lavoro, dell’ambiente, della tecnologia ancora ci attendono occorre realizzare l’Europa sociale. A partire dalla traduzione in atti concreti, da parte dei singoli Paesi, dei principi affermati nel Pilastro europei dei diritti sociali (Peds). Sindacati, esperti ed esponenti dell’economia sociale, lo hanno ribadito oggi nel corso dell’incontro organizzato dalla Cisl Lombardia in vista dell’importante appuntamento delle elezioni europee del 26 maggio prossimo.
“Abbiamo voluto approfondire i temi caldi dell’attualità europea, per fare il punto sul cammino compiuto finora e guardare avanti, interrogandoci su quello che può e deve essere il nostro contributo – ha sottolineato Paola Gilardoni, segretario regionale Cisl Lombardia con delega ai temi europei -. Le parti sociali possono giocare un grande ruolo nella costruzione del Pilastro sociale e di un’Europa migliore di quella che abbiamo avuto in questi ultimi anni”.

All’incontro, organizzato nell’ambito degli insegnamenti di “Sistema politico e modello sociale europeo” e “Politiche sociali e del lavoro” dell’Università degli Studi di Milano, in collaborazione con Percorsi di Secondo Welfare e EuVisions, sono intervenuti Ilaria Madama, dell’università degli Studi di Milano, Giuseppe Guerini, presidente della Confederazione europea delle cooperative di lavoro e di servizi (Cecop-Cicopa Europa), Marco Cilento, senior advisor della Confederazione europea dei sindacati (Ces), e Ugo Duci, segretario generale della Cisl Lombardia.

“Il welfare è una delle maggiori conquiste del Ventesimo secolo e l’Europa ne è la culla – ha ricordato la professoressa Madama -. Da Maastricht in poi registrati progressi importanti per espansione competenze sociali, eppure registrano la disaffezione dei cittadini al processo di integrazione e l’azione della Ue sul sociale non è percepita”. “Il Pilastro europeo dei diritti sociali indica venti importanti principi, per la dignità del lavoro, la difesa dei minori, la parità di genere, ma è una cornice valoriale di riferimento, che deve essere seguita da interventi che danno concreta applicazione”. E’ una sorta di manifesto programmatico, il Peds, che ha visto la confederazione europea dei sindacati in prima linea nel contrattarne i contenuti. “Il negoziato su preambolo è stato molto intenso – ha ricordato Marco Cilento, della Ces – ma siamo riusciti ad affermare che i venti principi sono vincolanti per gli Stati, che quindi possono essere richiamati al loro impegno. Certo l’Europa non può imporre dall’alto normative ai sistemi nazionali, ma può esservi una convergenza dal basso sui nuovi diritti che il Pilastro afferma”. Nota dolente del percorso verso il Pilastro europeo dei diritti sociali, ha ricordato Cilento, è stata l’assenza della controparte datoriale. Grande attenzione al tema, invece, da parte delle organizzazioni dell’economia sociale. “Noi non sediamo al tavolo del dialogo sociale, ma stiamo portando avanti con l’alleanza dell’organizzazioni dell’economia sociale un grande lavoro per affermare un modello di sviluppo del economia che realizzi giustizia sociale nel momento in cui produce profitto”, ha ricordato Giuseppe Guerini, presidente della Confederazione europea delle cooperative di lavoro e di servizi. “Le parti sociali sono portatori interessi particolari – ha aggiunto – ma possiamo dimostrare di essere capaci di costruire sistemi di convergenza e quindi lavorare per un’Europa delle comunità, ripartendo dal basso”.

Nel suo intervento conclusivo il segretario generale della Cisl Lombardia, Ugo Duci, ha ribadito l’importanza dei temi europei per il sindacato fondato da Giulio Pastore. “La Cisl crede da sempre in un’Europa dei popoli, delle comunità, delle persone, che, se inclusiva, diventa automaticamente Europa politica – ha detto -. Per fare questa Europa politica, però, non basta il pilastro monetario. La sfida è costruire almeno il secondo pilastro, quello sociale”. “L’obiettivo, per la Cisl è la costruzione degli Stati uniti d’Europa – ha aggiunto – nel segno del federalismo, ma quello buono, alto, che per noi si può e deve coniugare con un nuovo regionalismo, meditato, temperato, costruito con discernimento”. Il segretario generale della Cisl Lombardia ha sottolineato poi la necessità di costruire un’Europa nuova, che torni ad essere capita e apprezzata, ma “non succederà – ha avvertito – finché le persone non torneranno a percepirla come una realtà che aiuta a risolvere i problemi alla loro vita. Ed è compito di tutti noi creare le condizioni per far capire ai cittadini italiani ed europei che l’Europa non è il problema, ma la soluzione”.

 

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