Politiche attive del lavoro

Il decreto legislativo 14 settembre 2015 n.150 – Il riordino della normativa sui servizi per il lavoro e le politiche attive ha completato il percorso di riforma delle politiche del lavoro in Italia.

Le “politiche attive per il lavoro” hanno l’obiettivo di promuovere l’occupabilità, cioè creare le capacità e le opportunità d’inserimento lavorativo e di mobilità in termini di crescita professionale.
Il fine è di evitare la disoccupazione di lungo periodo, facilitando il transito dalla politica passiva di sostegno al reddito a una tutela in cui il disoccupato è chiamato ad attivarsi, a prendere delle iniziative, a perseguire degli obiettivi.
Le politiche attive per il lavoro sono un mix di attività: orientamento, scouting, bilancio delle competenze, formazione, riqualificazione e ricollocazione rivolte ai disoccupati e alle persone in cerca di una nuova occupazione. Sono attività progettate sul fabbisogno specifico riferito allo stato della persona.

Le politiche attive del lavoro sono finanziate e istituite sia a livello nazionale che regionale.

A livello nazionale è operativa Anpal – Agenzia nazionale politiche attive del lavoro, che coordina Garanzia Giovani e Assegno di ricollocazione.

A livello regionale sono regolate dalla legge regionale 28 settembre 2006, n. 22 che ha dettato i principi dell’accreditamento degli operatori privati del lavoro e la libertà di scelta di fruizione dei servizi per il lavoro in capo al cittadino, capisaldi caratterizzanti il sistema lombardo.

L’assessorato all’Istruzione formazione e lavoro coordina Dote unica lavoro e Azioni di rete per il lavoro.