Milano, 7.6.2019
Sono oltre 180mila le famiglie lombarde in condizione di povertà assoluta. Oltre 32mila quelle che hanno beneficiato del Reddito di inclusione del 2018 e più di 53mila le richieste di Reddito di cittadinanza accolte in Lombardia tra marzo e aprile 2019. Quanto sono efficaci gli interventi messi in campo a livello nazionale e territoriale? Come intercettare i bisogni degli “invisibili”, i più fragili, i minori, le persone senza dimora, gli stranieri? Se n’è discusso questa mattina nel corso del convegno “Dare voce agli invisibili. Le povertà in Lombardia, dal Rei al Rdc”, iniziativa promossa dall’Alleanza contro la povertà Lombardia in collaborazione con l’Università Cattolica, nell’ambito del terzo Festival nazionale per lo sviluppo sostenibile, che ha messo attorno a un tavolo istituzioni, docenti, associazioni.
“Da aprile 2019 il Reddito di inclusione ha lasciato il posto al Reddito di cittadinanza – ha sottolineato Paola Gilardoni, portavoce dell’Alleanza contro la povertà Lombardia -. Non vengono smantellate, però, le reti di protezione sociale attivate sul territorio che dovranno interagire con il sistema di politiche attive del lavoro. Solo il coordinamento tra le politiche potrà favorire un fattivo percorso di attivazione della persona e della famiglia che vive in condizione di fragilità e povertà”.
“La rete per noi è lo strumento per contribuire al percorso di perfezionamento del sistema di protezione – ha aggiunto – per favorire l’inclusione delle tante, troppe, persone che anche nella nostra regione vivono condizioni di vulnerabilità economica e sociale”.
La Lombardia non parte certo da zero nel contrasto alla povertà. Lo dimostra anche il monitoraggio sull’implementazione del Reddito di inclusione condotto dall’Alleanza contro la povertà: 1200 sono in Lombardia i punti d’accesso ai servizi sociali sul territorio, centinaia i progetti personalizzati avviati e gli operatori coinvolti. Le sfide su cui misurarsi sono molte. “La povertà dimenticata è la povertà dei bambini e dei ragazzi – ha ricordato il professor Giancarlo Rovati, docente di Sociologia delle differenze e delle disuguaglianze in Università Cattolica -. Dagli ultimi dati Istat risulta che sono un milione e 208mila i minori in povertà (il 12,1% del totale dei minori residenti in Italia), mentre gli anziani sono 611.000 (il 4,6% degli anziani residenti nel Paese). Anche il reddito di cittadinanza ha perso un’occasione per intervenire incisivamente su questa fascia della popolazione. Tra le povertà dimenticate c’è anche la povertà sanitaria, legata alle condizioni di salute ma anche alle difficoltà di accedere, per i più diversi motivi, alle cure necessarie non sempre erogate dal Servizio sanitario nazionale come nel caso dei farmaci da banco o delle cure odontoiatriche”.
Dal nutrito parterre di relatori è emerso con chiarezza un’orientamento comune: perché le misure di contrasto alla povertà, ieri il Rei, oggi il Reddito di cittadinanza, funzionino occorre fare rete, sinergia tra tutti gli attori coinvolti. “La Regione ha attivato programmi e interventi contro lo spreco alimentare, per i senza dimora, le famiglie in difficoltà, l’emergenze abitativa, i progetti di rigenerazione urbana – ha ricordato l’assessore regionale alle Politiche sociali, Stefano Bolognini -. Certamente il territorio lombardo è molto variegato, i bisogni sono molto diversi. Per questo è necessario lavorare in rete e interloquire con tutti i soggetti coinvolti”.
Che la povertà sia un fenomo complesso e articolato emerge anche dai dati sul reddito di cittadinanza. “Ad oggi sono circa 100mila le domande presentate in Lombardia – ha detto il direttore regionale Inps, Giuliano Quattrone -. Le differenze territoriali sono marcate e andranno indagate, per trovare risposte le adeguate. Crediamo molto nel lavoro a rete dell’Alleanza, che andrà rafforzato”.
Fenomeno complesso la povertà, misura complessa quella del Reddito di cittadinanza, che richiederà una sinergia tra dimensione sociale e lavorativa. Lo ha sottolineato il presidente di Anpal, Domenico Parisi. “Il tasso di povertà assoluta minorile è allarmante: 12,1% fino a 17 anni ed era 3,7 nel 2008 – ha sottolineato -. Non possiamo pensare alle politiche attive se prima non si stringe un patto di inclusione sociale”.
Il direttore centrale Istruzione, Formazione e Lavoro Regione Lombardia, Gianni Bocchieri, ha evidenziato l’esigenza di passate “dal bisogno di ricollocazione alla multidimensionalità del bisogno”. “In quest’ottica abbiamo bisogno dell’Alleanza – ha aggiunto – per capire come declinare in interventi misurabili e concreti la multidimensionalità del bisogno. Potrebbe essere interessante capire come la politica di inclusione sociale può essere declinata per il contrasto alla povertà minorile partendo da interventi del sistema educativo”.
L’Alleanza contro la povertà è una rete. Una esperienza che riunisce 21 realtà associative, rappresentanze dei comuni, enti ed associazioni del Terzo Settore, organizzazioni sindacali e datoriali., che a s partire dalle rispettive esperienze ed attività che realizzano sul territorio intendono promuovere uno spazio di confronto sulle politiche di inclusione e di contrasto alla povertà. Ai lavori del tavolo partecipa Inps Lombardia.
Costituitasi il 12 febbraio scorso, all’Alleanza hanno poi aderito Felceaf, il Banco Farmaceutico e l’Ordine regionale degli assistenti sociali.
LEGGI ANCHE : INTERVENTO DI PAOLA GILARDONI, PORTAVOCE ALLEANZA CONTRO LA POVERTA’ LOMBARDIA
[smartslider3 slider=50]