Milano, 1.3.2016
Mancano ancora troppe risposte su quanto più volte promesso dal presidente di Regione Lombardia, Roberto Maroni, per l’attuazione della riforma sanitaria. Riduzione dei Ticket, delle rette delle case di riposo e applicazione del decreto sull’appropriatezza prescrittiva: sono solo alcune delle questioni su cui Cgil, Cisl e Uil Lombardia hanno più volte richiesto risposte concrete, ma che ancora attendono dalla Regione lo stanziamento di risorse adeguate.
Le ultime vicende giudiziarie che hanno coinvolto i vertici della sanità lombarda evidenziano che nel sistema le risorse per i cittadini si possono e si devono trovare anche eliminando le illegalità e distorsioni denunciate. E’ quanto sostengono i sindacati confederali lombardi, fortemente preoccupati di comprendere le ricadute dell’attuazione della riforma sanitaria sui territori, sui servizi e quindi sulle persone, oltre che degli oltre 130 mila operatori e professionisti del sistema.
“Non solo deve proseguire il percorso di riorganizzazione del sistema sanitario, a partire dall’accorpamento delle Asl nelle nuove Ats e dal passaggio delle attività e servizi alle neo costituite aziende sanitarie – afferma Paola Gilardoni, segretario regionale della Cisl Lombardia – ma bisogna intervenire in modo significativo sulla riduzione della compartecipazione della spesa sanitaria richiesta ai cittadini che oggi ammonta a circa 750 milioni di euro, in combinazione con un sistema di esenzioni che deve essere equo, sostenibile e coerente con l’esigenza di assicurare i Livelli Essenziali di Assistenza lombardi a tutte le persone come un unico limite di reddito famigliare a 38.500 euro”.
Pur condividendo gli obiettivi del riordino del servizio sanitario regionale, nell’interesse dei lavoratori, lavoratrici e pensionati e delle famiglie, la Cisl lombarda, insieme agli altri sindacati, chiede alla Regione di convocare immediatamente un tavolo per avviare il confronto.
“Dobbiamo approfondire l’applicazione sul territorio dei contenuti del recente decreto sull’appropriatezza prescrittiva e le condizioni di erogabilità delle prestazioni in regime di Servizio sanitario nazionale – dice Gilardoni – per evitare che i cittadini siano aggravati dai costi e si ricorra all’acquisto dei servizi fuori dal sistema sanitario regionale. La Lombardia non merita di essere all’attenzione nazionale solo per le vicende giudiziarie, ma al contrario per la qualità del servizio reso ai propri cittadini”.
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