Milano, 7.7.2016
Quale sarà l’impatto della legge revisione costituzionale sugli assetti istituzionali a livello locale? Quali le ricadute per cittadini e lavoratori? Se né discusso questa mattina all’auditorium Giorgio Gaber in occasione del convegno “L’impatto della riforma costituzionale sulle autonomie locali”, organizzato dalla Cisl Lombardia come primo momento di un percorso di approfondimento e confronto in vista dell’appuntamento referendario del prossimo ottobre. “La finestra dalla quale un sindacalista deve guardare questa stagione di riforme deve permettere di spaziare, andando oltre i singoli testi di legge, cercando di collegarne gli effetti e di curarne la complessiva realizzazione”, ha sottolineato Beppe Saronni, segretario regionale Cisl Lombardia nella sua relazione introduttiva. “Una riforma è necessaria, così come sono necessarie le riforme istituzionali, poiché c’è bisogno di cambiare l’assetto del governo del Paese e dei nostri territori, ma occorre fare sinergia e tenere conto delle peculiarità – ha sottolineato Saronni -. In questo senso la riforma costituzionale apre degli spazi, le leggi Delrio e Madia intervengono sul piano operativo, ma c’è bisogna farlo in modo sinergico con tutti i soggetti interessati”. “Nel momento in cui si stabilisce che non ci sono più le Province e ci sono le Aree vaste – ha aggiunto – bisogna avere estremamente chiaro quali sono i poteri, le funzioni e soprattutto le risorse di Area vasta. Perché altrimenti il rischio è che si concentrino i poteri tra il livello statale e il livello comunale”.
Grazie al contributo del professore Bruno Di Giacomo Russo, docente dell’università Statale, nel corso della mattinata sono stati approfonditi i dettami legislativi, a partire dalla legge di riforma Costituzionale e passando poi per ricaduta alla legge 56/2014 (Delrio) e legge 124/2015 (Madia). Ne è seguito un confronto tra i tre rappresentanti dei livelli in gioco: Luciano Pizzetti, sottosegretario di Stato alle riforme costituzionali, Roberto Scanagatti, presidente Anci Lombardia,
e, per la Regione, Claudio Malvezzi, presidente della commissione Affari istituzionali.
“L’area vasta per noi è il cuore del sistema riformato, sia per la territorialità che per la gestione dei servizi – ha detto il sottosegretario Pizzetti -. E’ uno dei punti fondamentali della riforma, come l’unione dei Comuni, che risolvono il problema delle fusioni e sono funzionali a raggiungere l’obiettivo di una migliore erogazione dei servizi per i cittadini”. Assolutamente propenso a vivere questa fase di riforme come positiva opportunità di cambiamento è il presidente di Anci Lombardia, che ha sottolineato però l’esigenza di “dare carburante”, ovvero risorse economiche alle autonomie locali. “E’ importante mettere a confronto le diverse esperienze e in quest’ottouica siamo sempre stati ai tavoli di confronto, regionale e provinciali – ha detto Roberto Scanagatti -. Ora però è il momento di tirare le fila e lanciare una proposta lombarda che tenga conto delle particolarità del territorio”. In una fase delicata, ma decisiva per dare ai cittadini istituzioni efficaci ed efficienti, anche secondo Carlo Malvezzi occorre che le aree vaste abbiano vere funzioni e risorse. “Se devono avere funzioni sovracomunali – ha sottolineato il presidente della commissione Affari istituzionali del Pirellone – occorre che siano accompagnate da risorse”.
“Non so cosa accadrà con la riforma istituzionale – ha aggiunto -. Credo sia stata caricata di significati sbagliati ed è difficile un vero confronto sui contenuti, a causa delle attuali tensioni politiche. Ma certamente il ruolo dei corpi intermedi e della rappresentanza non può essere banalizzato né sacrificato sull’altare dell’efficienza”. A chiudere i lavori della mattinata gli interventi di Giovanni Abimelech, segretario generale Fit Lombardia, Antonio Angeli Tira, segretario generale Fp Lombardia, Mirko Dolzadelli, segretario generale Cisl Sondrio, Danilo Galvagni, segretario generale Cisl Area Metropolitana, che hanno sottolineato limiti e opportunità delle riforme istituzionali che vanno ad impattare sulla vita dei cittadini e lavoratori lombardi.
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