Milano, 11.6.2014
Migliorare l’applicazione delle norme esistenti sulla salute e la sicurezza sul lavoro, rafforzando in particolare la capacità delle piccole e micro-imprese di adottare misure di prevenzione efficaci, migliorare la prevenzione delle malattie legate al lavoro, affrontando i rischi attuali, nuovi ed emergenti, e fare fronte al cambiamento demografico legato all’invecchiamento della forza lavoro. Queste le tre sfide del nuovo quadro strategico varato dalla Commissione europea per il 2014-2020, con l’obiettivo di contrastare un fenomeno che ogni anno nel continente, su una forza lavoro complessiva che supera i 217 milioni di persone, provoca tre milioni di incidenti gravi, quattromila dei quali mortali. “E’ certamente positivo che la Commissione europea abbia approvato un piano strategico per la salute e sicurezza sul lavoro – commenta Paola Gilardoni, della segreteria Cisl Lombardia -. In una situazione in cui la crisi sta mietendo posti e il lavoro è un bene primario, non solo da mantenere ma da garantire in termini di promozione per la persona, l’attenzione sul tema deve essere tenuta alta”. “Bisogna rafforzare gli strumenti di prevenzione – aggiunge – non solo contro gli eventi infortunistici, ma anche per favorire l’emersione delle malattie professionali e quindi incidere sui modelli organizzativi delle aziende, affinché le esigenze di competitività si vadano a coniugare con le esigenze dei lavoratori”. Per affrontare le tre sfide delineate dal piano, Bruxelles individua sette obiettivi, a partire da un ulteriore consolidamento delle strategie nazionali, con la creazione di una banca dati in collaborazione con l’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro (Eu-Osha), e da un sostegno concreto alle imprese, anche attraverso strumenti come la piattaforma web Oira per la valutazione interattiva dei rischi. È necessario, inoltre, migliorare la raccolta dei dati statistici, rafforzare il coordinamento con le organizzazioni internazionali che si occupano di salute e lavoro (Ilo, Oms, Ocse…), semplificare e migliorare l’applicazione della legislazione esistente, valutando anche l’efficienza degli ispettorati del lavoro nazionali e l’efficacia delle sanzioni, e promuovere iniziative per affrontare l’invecchiamento della forza lavoro e i nuovi rischi emergenti.