Sanità integrativa estesa a tutti i 400mila metalmeccanici lombardi e ai loro familiari

Milano, 30.1.2018

sanità, strumenti sanitariCon l’ultimo rinnovo del contratto nazionale dei metalmeccanici, MètaSalute, il Fondo di sanità integrativa del settore è stato esteso a tutti gli addetti e ai loro familiari, con costi totalmente a carico delle aziende. Una conquista che in Lombardia riguarda circa 400mila addetti.
Per approfondire le modalità di accesso alle prestazioni e ai rimborsi, la Fim Cisl Lombardia ha riunito oggi il suo consiglio generale regionale.

“MètaSalute è stata una grande intuizione della Fim, frutto dei contratti nazionali del 2009 e del 2012 firmati insieme alla Uilm – ricorda Andrea Donegà, segretario generale Fim Cisl Lombardia -. Ha già garantito, in questi anni di crisi, importanti coperture economiche ai metalmeccanici che vi hanno aderito e ai loro famigliari, dando una risposta a nuovi bisogni in linea con la solidarietà e la mutualità che da tempo antico il miglior sindacalismo ha portato avanti contribuendo, concretamente a difendere il sistema universalistico del nostro stato sociale”.

MètaSalute consente di continuare ad accedere al sistema sanitario nazionale, che secondo la Fim Cisl Lombardia occorre salvaguardare e rafforzare, poiché garantisce i rimborsi dei ticket, nel rispetto di quanto previsto dai regolamenti. Consente inoltre di rivolgersi ai centri convenzionati, vedendosi riconosciuto dal fondo il pagamento delle prestazioni secondo i massimali previsti.

“Con l’ultimo contratto nazionale di categoria Federmeccanica Assistal, è diventato un diritto di tutti i metalmeccanici con il costo totalmente a carico delle imprese – sottolinea Donegà -. Si tratta per noi di un motivo di grande orgoglio: significa aver realizzato una forma di solidarietà e di democrazia economica”. “Tutti i lavoratori metalmeccanici, infatti, senza distinzione di reddito, hanno ormai diritto a ricevere prestazioni sanitarie – conclude –. Abbiamo così contribuito, grazie alla contrattazione, a rafforzare il “pubblico” e ad evitare che i più deboli siano esclusi due volte”.

 

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