Sanità, sondaggio Cisl: i cittadini chiedono il potenziamento dei servizi territoriali

Milano, 9.7.2015 
 
Un milanese su due chiede il potenziamento dei servizi offerti dai poliambulatori territoriali (49,5%); sollecita l’estensione degli orari di apertura fino alle 22, sabato e domenica compresi (48,1%); trova che sia più facile raggiungere questo tipo di strutture rispetto agli ospedali (47,5%). Tra le specialità da rinforzare spicca “odontoiatria/ortodonzia infantile” (22,2%). E’ quanto emerge da un sondaggio commissionato da Job, mensile free press promosso dalla Cisl Milano Metropoli, a S&G Kaleidos, presentato oggi in un convegno al Pirellone sulla sanità milanese e lombarda. I dati evidenziano che i poliambulatori sono considerati un tassello essenziale della rete dei servizi sanitari della città, anche se gli ospedali continuano a rimanere il punto di riferimento preferito per visite, esami e cure. A Milano sono attivi 23 poliambulatori. “La necessità di una moderna, dinamica, efficiente medicina specialistica territoriale – ha commentato Danilo Mazzacane, segretario generale della Cisl Medici milanese – è ormai riconosciuta unanimemente; il problema è come realizzarla e renderla gradita sia ai cittadini sia agli operatori sanitari. Un punto di forza è la possibilità per il paziente di avere un dialogo costante con lo stesso specialista, fino a farlo diventare uno ‘specialista di famiglia’. Questa continuità di contatto umano non può essere garantita dal medico ospedaliero che, per questioni organizzative, è costretto a turnare. Potenziare i poliambulatori significa migliorare l’efficienza del sistema sanitario, alleviando anche il superlavoro negli ospedali, e rinforzare il rapporto fiduciario tra medico e paziente”. Dell’importanza di affermare un modello di medicina del territorio sempre più efficace nel rispondere ai bisogni, nell’imminente riordino del sistema sanitario lombardo, prendendo ad esempio le buone prassi come ad esempio l’ambulatorio Rugabella Expo, si è discusso nel corso del convegno, cui hanno partecipato anche professionisti del settore ed esponenti della politica regionale come Carlo Borghetti, capogruppo Pd in Commissione Sanità, e Angelo Capelli, vicepresidente della Commissione. “Occorre realizzare luoghi che vengano identificati ai cittadini come luoghi di risposta certa ai bisogni sanitari e sociali, anche per chi non ha necessità di un ricovero – ha sottolineato Arturo Bergonzi, segretario generale Cisl Medici Lombardia -. Noi li chiamiamo “Palazzi del welfare”, dove sia possibile trovare spazi per la medicina specialistica, le aggregazioni di medici di medicina generale, i consultori, i servizi sociali,la protesica, gli  uffici prenotazione”. Concludendo i lavori, Paola Gilardoni, segretario regionale Cisl Lombardia responsabile area Sanità, ha sottolineato come il percorso di riordino si collochi in una fase in cui “tutti i sistemi di welfare sono sollecitati a rivedere loro assetti”. “Stiamo attraversando un passaggio straordinario, in cui mettere le basi per una ripartenza – ha detto – preoccupandosi però di dare risposte agli elementi deficitari del sistema precedente”. “Occorre recuperare il rapporto fragile tra territorio e persone – ha aggiunto -. Per esempio la riforma introduce il concetto di presa in carico, ma nell’applicarlo concretamente bisogna prestare molta attenzione che non prevalga la logica economicistica”. Grande attenzione, secondo la Cisl lombarda,  dovrebbe essere prestata anche nella definizione nuove Agenzie di tutela della salute. “Nella precisazione dei criteri dei confini – spiega Gilardoni – la Regione dovrebbe porre grande attenzione alla sanitarizzazione del territorio, preoccupandosi di tenere insieme le comunità in un disegno organico”.