Sicurezza sul lavoro, Cisl Lombardia: riprende la crescita degli infortuni

Milano, 3.7.2019

Negli ultimi due anni, per la prima volta dopo più di un decennio, in Lombardia si è registrata una battuta d’arresto della tendenza alla diminuzione delle morti e degli infortuni sul lavoro. E una ripresa degli incidenti. A fine 2018 sono stati 120.359 gli infortuni denunciati, contro i 116.664 di fine 2016. Nel 2017 erano stati 119.834. Le denunce di infortuni mortali a fine 2018 sono state ben 186; 136 nel 2016. E’ quanto emerge da un’analisi condotta dalla Cisl Lombardia sulla base dei dati Inail, presentata oggi in occasione dell’incontro “Sicurezza, salute, benessere”.

Con 51.650 denunce di infortunio nei primi cinque mesi, anche il 2019 si conferma in linea con l’anno scorso (51.709). “Dal 2012 al 2016 gli infortuni sono calati progressivamente, in modo speculare al trend di crisi e stagnazione. Poi, al primo cenno di ripresa nel 2017, l’andamento infortunistico ha cominciato a risalire”, ha sottolineato Pierluigi Rancati, segretario regionale Cisl Lombardia. “La ragione non è solo la ripresa di attività economiche – ha aggiunto – ma una complessiva insufficienza del nostro sistema di prevenzione, con investimenti, anche pubblici, inadeguati, rispetto all’urgenza di migliorare la sicurezza degli ambienti e delle postazioni di lavoro, e assicurare una formazione antinfortunistica di qualità ai lavoratori e ai loro rappresentanti per la sicurezza”.

L’aumento di incidenti nei primi 5 mesi del 2019 risulta trasversale a tutti i settori: + 3,6% l’industria (11.866 infortuni denunciati), +1,7% l’artigianato (3.392), +2% il terziario (12.021).
In aumento anche le denunce di malattie professionali, nei primi 5 mesi dell’anno salite a quota 1.891 contro le 1.853 dello stesso periodo dell’anno scorso. Al tema il workshop ha dedicato un focus specifico grazie all’intervento di Cinzia Frascheri, responsabile del dipartimento salute e sicurezza della Cisl nazionale e curatrice del recente testo “Tutela della salute sul posto di lavoro e medico competente”. Sicurezza sul lavoro significa anche tutela della salute, a tutto tondo . Ha sottolineato la giuslavorista -. La prevenzione passa dalla protezione dagli eventi infortunistici, ma anche dalla salvaguardia dalle malattie professionali, così come dagli effetti che possono derivare da condizioni di lavoro inadeguate o da un’organizzazione del lavoro che non pone al centro la persona”.

Per contrastare la rimonta infortunistica la Cisl Lombardia sollecita la Regione ad un impegno straordinario, anzitutto rafforzando la vigilanza e l’attività ispettiva, per fare e promuovere prevenzione.
“Abbiamo avuto un calo del 22% dei medici del lavoro, un calo del 15% dei tecnici della prevenzione – ha sottolineato Rancati -. Regione Lombardia ha assicurato il mantenimento dell’attività ispettiva almeno al livello del 5% richiesto dai Lea, ma a fronte di oltre 479mila imprese attive in Lombardia controllarne poco più di 23mila come avviene oggi è assolutamente insufficiente”.

La Cisl Lombardia chiede dunque un rafforzamento del piano regionale straordinario dei controlli. Occorre incrementare gli organici dei Servizi di Prevenzione e Sicurezza degli Ambienti di Lavoro (PSAL), aumentare l’attività ispettiva e il numero di imprese controllate, promuovere in tutti i territori, per aziende accomunate dallo stesso profilo di rischio, le migliori prassi di prevenzione e di gestione dei rischi attraverso lo strumento del Piano mirato di prevenzione.

Alle imprese lombarde la Cisl propone l’avvio di un tavolo di confronto per definire e rafforzare gli interventi formativi e di prevenzione, come previsto dall’accordo sulla rappresentanza del dicembre 2018.
Riconoscendo l’importanza di un’azione di sistema, Alvise Biffi, presidente del Comitato regionale Piccola industria-Confindustria Lombardia, si è detto disponibile a ragionare sull’avvio di un confronto col sindacato e ha sottolineato la necessità di tenere conto delle diverse specificità del tessuto produttivo lombardo.

Il direttore generale Welfare di Regione Lombardia, Luigi Cajazzo, ha assicurato la massima attenzione al tema e un rinnovato impegno a giocare un ruolo attivo e di regia. “Regione Lombardia crede nell’importanza della formazione per la prevenzione e vuole fare il possibile per rinnovare gli investimenti – ha detto -. Impegneremo anche gli 8,6 milioni delle sanzioni incassate nel 2018 per sviluppare il piano straordinario dei controlli deciso lo scorso anno”.

A conclusione dell’incontro è intervenuto il segretario generale della Cisl Lombardia, Ugo Duci, che ha sottolineato l’importanza strategica degli Rls e Rlst nel tutelare i lavoratori e il loro diritto alla vita. Questione primaria sicurezza, salute e benessere. Ringraziamento di tutta la Cisl a Rls e RLST. “Se fatto con coscienza, scrupolo e passione, il vostro lavoro è il lavoro più importante che possa fare un sindacalista – ha detto agli Rls e Rlst presenti in sala -. E’ in gioco il diritto alla vita dei lavoratori”. “Sicurezza, salute e benessere sono le tre parole alla base del nostro impegno – ha aggiunto –. Se il benessere è un nostro obiettivo, la salute deve essere un dovere da perseguire stoicamente e la sicurezza un imperativo morale cui è criminale sottrarsi, per un sindacalista. Ognuno deve quindi fare la propria parte”. In quest’ottica Duci ha quindi sottolineato l’importanza della formazione sindacale, cui occorre però aggiungere una “formazione continua sindacale, motivazionale e responsabilizzante, per Rls, Rlst e segretari territoriali e di categoria”. “Questa è la questione numero uno che abbiamo davanti – ha sottolineato – alla quale non possiamo e non vogliamo sottrarci”.

 

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