Sperimentare nuova rappresentanza, una delle sfide del sindacato che cambia

Milano, 22.7.2014
 
Le sfide aperte dall’accordo sulla rappresentanza, la fine e i limiti della concertazione, le potenzialità della contrattazione territoriale e l’esigenza di osare nuove sperimentazioni. Sono alcuni dei temi su cui si sono confrontati ieri pomeriggio Gigi Petteni, segretario generale Cisl Lombardia, e Elena Lattuada, segretaria generale della Cgil Lombardia, nel corso di un incontro sul nuovo libro di Costantino Corbari, “Non serve stare sui tetti”, occasione anche per un primo confronto con la neo-eletta.  La “chiacchierata in libertà” tra i due sindacalisti si è aperta sulle questioni della rappresentanza.  “E’ un tema su cui negli anni più complicati dell’unità sindacale ci siamo a volte divisi in modo pesante – ha detto Lattuada -. Credo però che sia molto utile aver individuato negli accordi che si sono susseguiti e in particolare nell’ultimo, un punto di mediazione tra noi e con Confindustria”. “L’intesa di gennaio – ha aggiunto – prova a dare risposte a due quesiti importanti: come il sindacato confederale può vincere la sfida che il sistema politico sta ponendo e come possiamo rappresentare il mondo delle precarietà”. Un mondo che, hanno convenuto i due segretarti generali, lancia una sfida che il movimento sindacale deve assolutamente raccogliere, anche aprendosi a nuove soluzioni. 
“Abbiamo di fronte una stagione di grande sperimentazione, nella quale occorre cogliere le specificità di ognuno, valorizzandole, ma senza rinchiudersi in esse – ha detto Gigi Petteni -. Il 
tema della rappresentanza è importante e abbiamo fatto bene a forzare e trovare mediazioni condivise”. “Le stagioni cambiano per tutti – ha aggiunto – e avevamo bisogno di darci nuove regole. Dobbiamo creare le condizioni per fare i contratti e quelle per cui ciò che contrattiamo diventi esigibile”. 
Sul fronte della concertazione, anche Elena Lattuada ne ha evidenziato i limiti,  “Penso che la concertazione intesa come contrattazione trilaterale sia finita da lungo tempo”, sottolineando però la necessità di mantenere la funzione di alcuni tavoli di carattere nazionale, “per esempio sulle politiche industriali”. E sulla contrattazione ha ribadito la necessità di salvaguardare il livello nazionale. “In un paese fatto di piccole e piccolissime imprese non possiamo fare a meno di avere contratto nazionale – ha detto -. E’ evidente che la rappresentanza si rafforza se si potenzia la contrattazione di secondo livello, ma a maggior ragione in una condizione di crisi non possiamo dimenticare che c’è un ruolo di indirizzo dei settori strategici che le parti da sole non possono determinare”. Petteni ha sottolineato la necessità di tornare al sindacato “delle origini”: “Dobbiamo riprendere quella che è la dimensione vera del sindacalista – ha detto -. Che non vuol dire non avere tavoli e luoghi di confronto nazionali, perché se vogliamo avere un Paese che fa politica industriale dobbiamo anche avere un luogo dove discutere, ma dobbiamo ricominciare a presidiare il territorio, perché quella è sempre stata la nostra forza”.  “E quindi dobbiamo riprendere alcune dimensioni importanti della contrattazione, come le professionalità – ha aggiunto – concentrandoci di più e meglio sulla contrattazione ripensata, e non contrapposta”. Quanto al confronto con la Regione e controparti imprenditoriali, “Il nostro obiettivo è stare al tavolo fino all’ultimo – ha detto Elena Lattuada -. E credo che insieme dobbiamo essere più incisivi nel proporre noi temi nell’agenda politica della Regione”. “Se ci basiamo sul merito, ai tavoli rimarremo fino alla fine insieme – ha replicato Petteni -. Ad oggi, con la Regione, anche quando abbiamo presentato nostre proposte abbiamo sempre trovato un riscontro. Credo dovremo sfidare di più anche le nostre controparti imprenditoriali”.