Stress lavoro correlato, fondamentale il ruolo e il coinvolgimento dei Rls

Milano, 12.9.2016
 
Sala pienissima, oltre 250 partecipanti, per il convegno “Stress lavoro correlato. Persona, organizzazione del lavoro e valutazione dei rischi” organizzato oggi da Cgil, Cisl e Uil della Lombardia. Nella relazione introduttiva Paola Gilardoni, segretario regionale Cisl Lombardia, ha messo in luce il forte impegno unitario del sindacato in Lombardia su salute e sicurezza, per la piena applicazione delle normative in materia e per la formazione permanente delle lavoratrici e dei lavoratori. Gilardoni ha sottolineato come le forme e le modalità del lavoro siano sollecitate da profonde trasformazioni, come il contesto sociale sia sempre più complesso. “Il processo di valutazione del rischio stress lavoro correlato è un’attività complessa e dinamica, che richiede l’assunzione di un modello partecipativo – ha detto -. In quest’ottica, il rappresentante per la sicurezza assume una funzione fondamentale, strategica. E’ una risorsa preziosa per tutto il processo valutativo dei rischi, e del rischio stress lavoro correlato. Non solo. Aiuta ad accompagnare la gestione di piani di intervento per l’eliminazione o riduzione dei rischi e più in generale per la promozione del benessere dei lavoratori”. L’investimento in prevenzione richiede strategia, programmazione pianificazione dei molteplici interventi. “Le linee guida relativamente al coinvolgimento del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza nella valutazione della gestione dello stress lavoro correlato approvate lo scorso mese di luglio – ha puntualizzato Gilardoni – devono quindi rientrare in un sistema di prevenzione e gestione della sicurezza in azienda”. Stefano Gheno, docente dell’università Cattolica di Milano, è intervenuto spiegando il titolo della sua relazione “Sentinelle: a che punto è la notte?”, per arrivare alla conclusione che sullo stress lavoro-correlato siamo in piena notte. Non si interviene adeguatamente, si fa fatica ad accettare che qualcosa che si prova a livello psicologico possa avere un’influenza reale sul fisico e sull’attività lavorativa, troppo spesso non ci si crede. Bisogna cambiare il paradigma, passare da obbligo a partnership, sottolineando le grandi responsabilità dei medici del lavoro e anche degli psicologi del lavoro. Raffaele Latocca, in qualità di medico del lavoro, ha spiegato come crescono le cause dello stress, spesso legate all’intensificazione del lavoro, all’invecchiamento della popolazione, allo sviluppo delle malattie professionali e ad altri fattori che cambiano il paradigma della patologia. La valutazione non può essere meccanicistica e implica tempi di conoscenza lunghi. Maria Rosaria Spagnuolo, di Assolombarda, ha sottolineato oltre che la positività della legge e delle linee guida nazionali, che vanno applicate, anche l’importanza del lavoro svolto in partnership, intorno a un tavolo che ha lavorato a lungo e seriamente con il coinvolgimento di tutti i soggetti, per la stesura del documento della Commissione consultiva regionale. Il presidente Inail Lombardia, Antonio Traficante, nel ricordare il ruolo dell’istituto nella prevenzione, ha evidenziato anche le criticità del metodo Inail, che però è stato utile a fornire strumenti di ricerca e di intervento cui hanno concorso tutti i soggetti coinvolti, Rls compresi, il cui coinvolgimento deve essere alla base della valutazione del rischio, come ha chiarito il documento regionale. Tommaso Russo, intervenuto a nome di Regione Lombardia in sostituzione dell’assessore Gallera, ha definito il decreto “una normativa che dà fiducia e per com’è stato pensato avvicina al cittadino”. 
 
Nel corso del convegno sono state proiettate le videotestimonianze di alcuni Rls
 
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