The Butler. Un maggiordomo alla Casa Bianca

Milano, 22.1.2014
 
Lee Daniels è un regista e produttore di colore che si è sempre occupato di conflitti nei suoi film. Sia al suo esordio da regista su una storia di amanti appassionati e killer feroci (Shadowboxer) che successivamente con Precious, storia di violenze domestiche, fino al più recente ma meno riuscito Paperboy che già affrontava il tema del razzismo negli anni ‘60.

 

Ora il nostro ritorna a parlare della storia americana e di conflitti razziali raccontando la vita del maggiordomo (nero) della Casa Bianca in The Butler.  Una storia che percorre tutte le fasi della questione della razza a partire dalle lotte per i diritti dei neri fino alla elezione di un Presidente di colore come Barak Obama. Una storia vista con gli occhi di un afro-americano che in qualche modo esclude i protagonisti di pelle bianca. Basato su un personaggio reale in più di 2 ore il film riesce a fondere la storia privata con gli avvenimenti pubblici in una brillante amalgama. Una specie di romanzo popolare che si fa gustare per tutta la durata della pellicola sia quando segue Cecil bambino che subisce l’uccisione del genitore nelle piantagioni di cotone che quando approda nella capitale diventando poi maggiordomo. Il conflitto raccontato non è solo quello razziale ma anche quello interno alla famiglia soprattutto tra il protagonista ed uno dei figli. Conflitto che riproduce le tensioni tra chi riteneva che i miglioramenti delle condizioni dei neri dovevano essere delle concessioni e chi li vedeva come conquiste anche se queste passavano attraverso episodi violenti. The Butler – Un maggiordomo alla Casa bianca è anche una cavalcata quindi attraverso i nostri tempi difficili ma è soprattutto la storia di un uomo ben raccontata.