Milano, 15.5.2015
Regia Jan de Bont Soggetto e Sceneggiatura: Michael Crichton Anne-Marie Martin Fotografia Jack N. Green Montaggio Michael Kahn Effetti speciali Stefen Fangmeier, John Frazier, Dennis Muren Musiche Mark Mancina Van Halen Scenografia Joseph Nemec III Interpreti: Jami Gertz, Bill Paxton, Helen Hunt, Cary Elwes, Philip Seymour Hoffman. Lois Smith, Alan Ruck, Sean Whalen, Scott Thomson, Todd Field, Joey Slotnick, Wendle Josepher, Jeremy Davies, Zach Grenier, Gregory Sporleder Produzione: Katleen Kennedy, Jan Bryce, Michael Crichton per Amblin Entertainment Distribuzione: Uip Durata: 113 min
Jo Harding, una giovane e ardimentosa scienziata americana, unitamente a Dusty e Rabbit, validi collaboratori con i loro furgoni artigianalmente attrezzati, sono in gara con il dottor Jonas Miller, sponsorizzato da un’importante società e all’avanguardia per le costose apparecchiature che dovrebbero consentirgli di raccogliere importanti dati scientifici sul comportamento dei frequenti tornado che devastano zone sempre più vaste dell’America. Le previsioni hanno infatti annunciato l’arrivo della più pericolosa tempesta che si sia mai abbattuta sull’Oklahoma negli ultimi cinquant’anni e i due gruppi rivali sono determinati ad affrontarla, per essere considerati come i migliori conoscitori di tali tremendi fenomeni meteorologici, e tali da poter fornire tempestivi avvertimenti alle popolazioni sull’approssimarsi delle trombe d’aria e i loro mutevoli percorsi, contribuendo a salvare tante vite umane. Poiché le ultramoderne tecnologie scientifiche, elettroniche e satellitari di cui l’America dispone non sembrano ancora in grado di fornire dati precisi sull’arrivo dei cicloni, la scienza è ancora costretta ad affidarsi all’occhio umano e agli “storm chaser” (cacciatori di tempeste) per riuscire a dare allarmi significativi alle popolazioni.
Ambientato nelle immense distese dell’Oklahoma racconta di come gli eventi che trascendono gli individui rimettano in campo la solidarietà. Bel film che oltre a descrivere un lavoro particolare come il “cacciatore di uragani” pone il tema dell’uomo di fronte ai misteri della natura.
LA CRITICA
“Discreto fumetto avventuroso, sicuramente collegabile al filone catastrofico, di cui l’olandese Jan De Bont (‘Speed’) è un vero esperto. La storiella, scritta e finanziata da due popolari arcimiliardari (rispettivamente Michael Crichton e Steven Spielberg) è banalissima nella pause sentimentali, ma quando scatena il finimondo inchioda alla poltrona. Buon viaggio”. (Massimo Bertarelli, ‘Il giornale’, 6 aprile 2001)
Noiosa la prima parte di “Twister”, anche per gli amanti del catastrofico: circa 45 minuti di descrizioni di caratteri chiari fin dall’inizio, di bisticci sentimentali dall’esito ovvio, di corse in auto, per arrivare al nocciolo, cioé il cuore del tornado. Ma quando ci arriva, Jan Da Bont non smentisce la fama che si è guadagnata con “Speed” e, nella seconda parte, non si concede più un attimo di tregua. (FilmTv)
C’è qualcuno che ancora non ha visto Twister? È un film ormai vecchiotto (1996), del genere catastrofico ma con alcuni distinguo. In genere, i film del filone sono “corali”, perché per necessità di sceneggiatura servono molti babbei (che si oppongono ciecamente alla Conoscenza detenuta dall’Eroe), pochi ma fidati e capacissimi suoi compagni d’avventura (di solito qualcuno muore: o quello negro o quello grasso), una pletora infinita di burocrati: sindaci, governatori di Stato, presidenti della repubblica. Come nel teatro classico, questo ambaradan di comprimari serve al corretto sviluppo della storia e alla progressiva affermazione delle Idee dell’Eroe. Qualche volta compare anche l’Antagonista: una sorta di Lex Luthor per il Superman di turno, o meglio uno Spennacchiotto Scienziato Malvagio per Archimede Pitagorico, visto che la Scienza c’entra sempre, in questo tipo di pellicole. E allora vediamo cosa contraddistingue Twister. Le figure tipiche sopra tratteggiate scarseggiano: nessuno si oppone a pensiero e azione dell’eroe (Bill Paxton/Bill Harding), salvo l’antagonista (Cary Elwes/Jonas Miller) che – incredibile dictu – è assai più bello dell’eroe stesso. Anzi, diciamo serenamente che il nostro lascia molto a desiderare, quanto a presenza apollinea. E questa, a mio avviso, è la scelta vincente del film…… E funziona bene anche Helen Hunt (qui Jo, ex signora Harding in attesa di divorzio), l’altra forza trainante della pellicola, che ha il duplice ruolo di controparte femminile razionale rispetto alla genialità distratta del nostro eroe e di Donna Che Nasconde Un Segreto. Paxton-Hunt, insieme, fanno uno scienziato e mezzo: quel che basta a evitarci figure di granitiche certezze, siano esse sculettanti meteorologhe con QI di 180 o geologi incompresi che però non devono chiedere mai. Il film ha quindi un tono scanzonato, rafforzato dalle presenze nerd di Philip Seymour Hoffman, Sean Whalen e altri, con brevi intermezzi malinconici e/o di memoria dolorosa, che non stonano perché brevi. Ma la regia riesce a mantenersi quasi miracolosamente sulla sottile linea che separa il catastrophe movie dalla commedia grottesca, restando nel campo del primo. In tutto ciò, c’è una vittima designata: la povera fidanzata del nostro Harding (Jami Gertz/ dr.ssa Melissa Reeves), che comincia a perdere terreno ed equilibrio psichico dalla prima inquadratura. Gli effetti speciali non sono niente male, fattore indispensabile per il genere, e sono valsi qualche premio ad hoc. Curiosità: Twister è il primo film della storia venduto in DVD (dopo decenni di VHS). La pellicola ha avuto giustamente successo, spalancando la porta ai vari Twister-2-3-4…. tutti film che non c’entrano nulla di nulla col capostipite. Chiedevo all’inizio: possibile che qualcuno ancora non lo abbia visto? Casomai fosse possibile, lo veda. (SredniVashtar su FilmTv)
Due coniugi alla vigilia del divorzio, entrambi “stormchaser” (cacciatori di uragani) si rimettono insieme per inseguire un “twister” (sinonimo americano dello spagnolesco tornado, tempesta a vortice di terrificante potenza distruttiva) che devasta le pianure dell’Iowa e dell’Oklahoma. È soltanto in parte vero che il protagonista di questo film catastrofico Amblin-Warner siano gli effetti speciali. C’è anche la natura selvaggia, ostile e incontrollabile che può incutere spavento e angoscia nella sua ordinaria violenza: nelle praterie del Midwest i tornado sono in media un centinaio all’anno di varia intensità. Con l’apporto dei tecnici delle ILM, degli sceneggiatori Michael Crichton e Anne-Marie Martin, sua moglie, e di Kathleen Kennedy, produttrice di “E.T.” e “Jurassic Park”, l’olandese de Bont (1961) è riuscito a fare del tornado, furiosa incarnazione del vento, un personaggio. È anche un film sul lavoro umano, sulla rischiosa professione degli stormchaser, le due squadre di scienziati e tecnici che inseguono e studiano il fenomeno per carpirne i segreti e potere così prevederli. La sua dimensione fantastica e mitica non è trascurabile. Evitati gli effetti raccapriccianti sugli esseri umani. Appena accennata la constatazione che il nostro pianeta è climaticamente malato e squilibrato per colpa di chi lo abita. (M. Morandini).