Venerdì nero per Amazon: primo sciopero in Italia dei lavoratori del colosso statunitense

Milano, 24.11.2017

Il Black Friday 2017 segna anticipatamente un primato, ma non per un record di vendite: è la prima giornata di sciopero delle lavoratrici e lavoratori italiani indetta dai sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs ed dalle categorie dei somministrati Felsa Cisl, Nidil Cgil Uiltemp in Amazon, nello stabilimento di Castel San Giovanni a Piacenza.

L’assemblea dei lavoratori, a fronte della latenza, che ormai si protrae da più di un anno, sulle proposte avanzate dai sindacati per una contrattazione aziendale, ha proclamato una giornata intera di sciopero in concomitanza con il Black Friday e il blocco delle prestazioni lavorative in straordinario fino alla fine dell’anno.

L’astensione dal lavoro è iniziata con il turno mattutino di oggi e terminerà all’inizio del medesimo turno domani, sabato 25 novembre.
Le sigle confederali italiane fanno parte e contribuiscono attivamente all’Alleanza sindacale mondiale dei lavoratori di Amazon, network promosso da UNIGlobal Union, Federazione globale del mondo del terziario e dei servizi che sta supportando le azioni di rivendicazione.
“Purtroppo per Amazon non solo il lavoro è una merce, ma anche il lavoratore lo è, ed è una merce deperibile: fintanto che tu lavoratore sei funzionale ai ritmi dell’azienda sei OK. Se ti “rompi”, svanisce l’incantesimo”, scrivono i sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uitucs (commercio) e Felsa Cisl, Nidil Cgil, Uiltemp (lavoratori in somministrazione).
Le rivendicazioni di ordine retributivo sono solo una parte delle criticità emerse: i “pickers” di Amazon per ogni turno lavorativo, percorrono una mezza maratona, dai 17 ai venti chilometri attraverso lo stabilimento a movimentare merci e pacchi.
Da un punto di vista della tutela della salute e sicurezza, non può passare inosservata l’incidenza degli infortuni e il presentarsi sempre più insistente di patologie a carico dell’apparato muscolo – scheletrico.
I dati forniti dalla società, fissano in 1.600 i dipendenti contrattualizzati per il centro di Castel San Giovanni, nel piacentino, cui si aggiungono i lavoratori reclutati nel periodo di Natale. La remunerazione, da contratto, è di circa 1.450 euro lordi al mese. Su scala mondiale, gli impiegati salgono ad oltre mezzo milione, 541.900 per la precisione, comprensivi dei circa 90mila assunti in seguito all’acquisizione della catena di supermercati Whole Foods.
“I lavoratori temporanei, assunti anche per i picchi di ordini a ridosso delle principali festività – scrivono i sindacati – sono chiamati “Green Badge” ma sono lavoratori somministrati. Sono a migliaia in Amazon a Piacenza tutti i giorni, altre migliaia lavorano nei siti che Amazon ha aperto in Italia recentemente. Nel picco natalizio raggiungono anche le 3 mila unità contando solo il centro logistico di Castel San Giovanni. Hanno il badge diverso, verde e non blu, ma lavorano come gli altri nell’Hub gestendo ordini e spedizioni. Anche chi oggi è a tempo indeterminato è stato interinale per almeno qualche mese”.

Felsa Cisl, NIdiL Cgil e Uiltemp, organizzazioni di rappresentanza dei lavoratori somministrati, hanno proclamato per il Black Friday anche lo sciopero dei somministrati e chiedono di aprire un percorso per dare stabilità e continuità all’occupazione e condizioni di lavoro decenti in Amazon.
Nello specifico si chiede all’utilizzatore e alle agenzie coinvolte (Adecco, Manpower, Gi Group) la riduzione del turn over, l’allungamento della durata dei contratti in somministrazione e la condivisione di percorsi di stabilizzazione, il rispetto della parità di trattamento retributiva sui livelli di inquadramento e sulla negoziazione di premi economici integrativi, un utilizzo corretto del Monte Ore Garantito, ritmi di lavoro che non mettano a rischio la salute e la sicurezza dei lavoratori.