Milano, 23.5.2017
Perché non ci si iscrive ai sindacati? Perché al momento del bisogno non si è stati aiutati. Perché esprimono posizioni distanti, troppo politiche o aziendaliste. E’ quanto emerge da una ricerca promossa dalla Cisl Lombardia e condotta da Euromedia Research e università di Bergamo, presentata oggi in apertura del XII congresso dell’organizzazione lombarda. L’indagine ha coinvolto 4.000 persone sul territorio regionale, attraverso interviste telefoniche e via web, iscritte e non alla Cisl e agli altri sindacati, per arrivare a comprendere le aspettative e bisogni, oltre che le motivazioni della scelta di aderire o meno. Da 1 a 10 i non tesserati hanno dato 7,10 all’affermazione “il sindacato fa politica invece di occuparsi dei problemi dei lavoratori”, 6,17 all’affermazione “il sindacato è inutile perché quando ho avuto un problema sul posto di lavoro non è stato in grado di aiutarmi” e 6,05 a “Il sindacato sta più dalla parte dell’azienda che dei lavoratori”. Del resto, chi non è iscritto al sindacato non conosce e non percepisce l’opportunità positiva dell’associarsi. L’esistenza del sindacato in azienda ha infatti un’importanza pari a 5,97 per chi non è iscritto, a 7,42 per chi è iscritto alla Cisl e 7,35 per chi ha la tessera di altri. Analogamente, all’affermazione che l’iscrizione al sindacato sia importante per la stabilità del reddito e della posizione lavorativa danno un voto medio pari a 6,85 i tesserati Cisl, 7,09 i tesserati ad altri sindacati e 5,55 i non iscritti.
Quanto alle motivazioni del tesseramento, tra gli iscritti Cisl emergono forti gli ideali di solidarietà e la rappresentanza dell’organizzazione sindacale (6,91), così come l’importanza del sostegno personale durante i difficili rapporti col mondo del lavoro (7,51). Salario, reddito, occupazione sono la priorità per tutti gli intervistati. Al 2° posto, per i giovani e i pensionati si collocano la sanità, le pensioni e gli ammortizzatori. L’erogazione dei servizi è al 3° posto per gli under30, al 4° per i lavoratori attivi e i pensionati.
“I risultati della ricerca ci sfidano sulla linea d’azione per il prossimo futuro – commenta Ugo Duci, segretario generale della Cisl Lombardia -. Rafforzano la nostra idea che il sindacato debba innovarsi, aprirsi con decisione ai giovani, cambiare passo e accorciare le distanze”. “Del resto, non stiamo certo fermi – aggiunge Duci -. Nei prossimi mesi come Cisl Lombardia svilupperemo un Laboratorio giovani, per coinvolgere giovani, sindacalisti e non, nello sviluppo di nuove idee per l’evoluzione dell’attività sindacale e lanceremo un Bando delle idee per il lavoro, con l’obiettivo di raccogliere idee innovative dal mondo della scuola e dell’università “incubandole” all’interno di un contesto sindacale che possa essere in grado di valorizzarle e svilupparle”. La Cisl lombarda tenta dunque di trovare nuove strade per rispondere al meglio alle esigenze di una società attraversata da un profondo cambiamento, forte dei suoi 741.604 iscritti e della tenuta del suo tesseramento nonostante la difficile crisi economica attraversata. Dai dati relativi agli ultimi quattro anni (2013-2016) emerge infatti che il sindacato è ancora ben ancorato ai processi produttivi e reagisce a quel che avviene nelle aziende e nel tessuto economico.
Nonostante un calo del 4% delle tessere (pari a 31.235 iscritti in quattro anni), dove l’occupazione è aumentata gli iscritti hanno registrato un incremento. A partire dal settore “nuovi lavori”, ovvero somministrati, temporanei e partite Iva, rappresentanti dalla Felsa Cisl Lombardia, che dal 2013 al 2016 ha registrato una crescita pari al 19,7% (da 6.911 tessera a 8.270). Lo stesso dicasi per il commercio e servizi della Fisascat Cisl Lombardia (+13,3%, da 63.142 a 71.527) e i settori bancario-assicurativo (First Cisl Lombardia) e agroalimentare (Fai Cisl Lombardia), che nonostante i colpi di coda della crisi hanno registrato rispettivamente una crescita del 10 (da 18.642 a 20.530) e del 3,1% (da 16.121 a 16.614 tessere).