Accordo regionale con la cooperazione per rilanciare il lavoro

Milano, 10.3.2015
 
E’ stato firmato oggi a livello regionale lombardo un protocollo d’intesa per contrastare la crisi e rilanciare il lavoro tra le centrali cooperative (Legacoop, Confcooperative e Agci) e Cgil, Cisl e Uil lombarde, frutto di un confronto diretto che negli ultimi mesi ha visto le parti ricercare comuni convergenze e nuovi impegni. L’accordo parte dal presupposto che con il superamento progressivo della cassa in deroga occorra sostenere nei territori lombardi nuove politiche di tutela nel mondo della cooperazione. Nello specifico, il protocollo prevede 4 punti che le parti si impegnano a realizzare e diffondere in Lombardia: adottare i contratti di solidarietà nei casi di crisi aziendali con esuberi occupazionali per  evitare licenziamenti; attuare nelle filiere interessate, a partire dall’agro-alimentare, il protocollo regionale su Expo e lavoro che intende massimizzare le occasioni occupazionali; definire nuovi strumenti per massimizzare l’occupazione di figure svantaggiate (disabilità, dipendenze, carcerati) in un comparto già attento a questa dimensione; lavorare per la creazione di un fondo di sostegno al reddito mutualistico per i casi di crisi congiunturale.
“Siamo soddisfatti di avere ristabilito in questo importante settore impegni condivisi volti a superare la crisi e a rilanciare il lavoro. – dichiara Roberto Benaglia, segretario regionale Cisl Lombardia responsabile area Mercato del lavoro -. Il mondo della cooperazione occupa oltre 81mila lombardi ed ha importanti energie per mettere la crisi alle spalle, come sindacato abbiamo puntato a far si che il lavoro venga meglio tutelato e valorizzato”. Parte dunque con la firma di oggi un lavoro intenso di concretizzazione per mettere a disposizione delle cooperative e dei sindacalisti sul territorio strumenti più adeguati.
“Abbiamo condiviso di coalizzarci per contrastare le politiche di dumping che caratterizzano la falsa cooperazione – aggiunge Benaglia – . Questo è un impegno che non possiamo più rinviare. Vanno trovate leve e regole anche pubbliche per non dare spazio alla cattiva impresa che genera cattivo lavoro, sottopagato e precario”.