Milano, 10.10.2014
Trasparenza, coinvolgimento, responsabilità. In una fase difficile e delicata sono queste le tre direttrici che il sindacato deve rilanciare, anche attraverso uno strumento concreto: il bilancio sociale. Se n’è discusso ieri nel corso della giornata seminariale “Terapie organizzative. Bilancio sociale e rigenerazione associativa”, organizzata dalla Cisl Lombardia e e da BiblioLavoro in collaborazione con l’università Cattolica. “L’iniziativa di oggi non è casuale, s’inserisce in un percorso di riflessione che stiamo portando avanti da tempo – ha sottolineato Gigi Petteni, segretario generale della Cisl lombarda -. Non ci specchiamo in noi, forti dei nostri 800mila iscritti, ma proseguiamo a metterci in discussione, per cambiare e rispondere al meglio alle aspettative di chi chi rappresentiamo”. “Il bilancio sociale va fatto – ha aggiunto – ma non solo per i nostri iscritti. Se vogliamo riprendere la sfida educativa, riprogettare, diventare generativi, dobbiamo affrontare il cambiamento”. La riflessione della giornata si è sviluppata con gli interventi di numerosi relatori e contributi video, da padre Maurizio Annoni, presidente Opera San Francesco per i poveri, a Luigi Bobba, sottosegretario al Lavoro e alle Politiche sociali, da Patrizia Cappelletti, dell’Archivio della generatività, a Marco Grumo, docente di Scienze dell’economia e della gestione aziendale, da Aldo Carera, docente di Storia economica e presidente BiblioLavoro, a monsignor Adriano Vincenzi, presidente della Fondazione Toniolo. “Certamente almeno il bilancio di missione è indispensabile per i sindacati, quale segno di trasparenza e responsabilità rispetto agli iscritti e non solo. Ma non può essere solo un’operazione d’immagine, perché altrimenti scatta l’effetto boomerang”, ha sottolineato Gianfranco Rusconi, docente di Scienze aziendali all’università di Bergamo. “Un tempo ai congressi sindacali venivano presentate le “relazioni morali”, una formula che intendeva evidenziare lo spessore complessivo di quelle organizzazioni – ha ricordato il professor Carera -. Oggi il bilancio sociale può e deve essere l’occasione per l’organizzazione di interrogarsi e riposizionare i suoi valori distintivi nel contesto che cambia”.
Nel corso della giornata hanno portato la loro testimonianza anche realtà della Cisl per cui il bilancio sociale è già un atto concreto da alcuni anni, come lo Ial Lombardia. “E’ un’attività strategica per riflettere su quello che si fa e capire il proprio posizionamento competitivo – ha spiegato Matteo Berlanda, amministratore delegato Ial Lombardia -. Uno strumento importante di consapevolezza su elementi non scontati di appartenenza all’organizzazione, per esempio la conoscenza delle best practice delle diverse sedi territoriali”.
La Filca Lombardia è stata la prima categoria a redigere il bilancio sociale, nel 2010. “Siamo convinti, oggi più che mai, di quanto buona e urgente sia la pratica del rendere conto delle responsabilità, delle scelte e delle azioni – ha sottolineato Battista Villa, segretario generale della categoria lombarda – . Il bilancio sociale può essere utilissimo ed efficace per misurare la coerenza tra il detto e il fatto e le effettive realizzazioni degli atti, delle negoziazioni, delle contrattazioni, pur con i limiti e gli errori che si commettono sperimentando, innovando e intraprendendo cammini nuovi”.