Bozzoli verso il fallimento? Fim Cisl chiede intervento urgente Provincia

Milano, 30.3.2016
 
“Se la Procura non avesse sequestrato l’azienda per così tanto tempo forse oggi staremmo tutti lavorando”. A parlare è uno dei 13 operai della Bozzoli di Marcheno, fonderia divenuta tristemente famosa per la misteriosa scomparsa nell’ottobre del 2015 del suo titolare e la morte in circostanze altrettanto oscure di un dipendente. Il sequestro degli impianti e l’enorme lavoro di indagine di questi mesi non ha portato a risultati. La Procura ha tolto i sigilli all’azienda lo scorso gennaio ma i danni di uno stop così prolungato sono apparsi da subito evidenti: mancanza di liquidità, ordini inevasi, perdita di clienti. La ripresa della produzione è dunque subordinata all’apertura di una linea di credito che le banche non sembrano però intenzionate a concedere.  A pagare il conto più alto e più amaro sono i lavoratori della Bozzoli. “La Cassa integrazione con pagamento anticipato, come da accordo sindacale, ad oggi non sta avendo una risposta positiva da parte dell’Inps poiché non risulta ancora certa la ripresa dell’attività – scrive la Fim Cisl in un comunicato – e contemporaneamente la mancanza di scelte da parte della proprietà su come procedere nell’immediato futuro sta lasciando nell’incertezza 13 famiglie che da mesi sono in assenza di retribuzione e quindi in uno stato di disagio economico e sociale”.
La Fim chiede alla Provincia di intervenire riunendo i rappresentanti aziendali, quelli dei lavoratori, istituzioni e realtà economiche locali nel tentativo di trovare una soluzione nell’ambito del percorso di ripresa dell’azienda.