Case popolari, Sicet Lombardia: pessimo il nuovo regolamento regionale

Milano, 21.6.2017

“Un pessimo regolamento che compromette la gestione da parte dei Comuni dell’emergenza abitativa, esclude dall’accesso i più poveri (e non solo quelli stranieri), privilegia la condizione anagrafica dei richiedenti anziché quella di difficoltà alloggiativa, non risolve alcun problema gestionale delle Aler e dei Comuni. E sulla questione della precedenza in virtù della maggiore residenza potrebbe esserci un problema di legittimità”. Così Leo Spinelli, segretario generale del Sicet Lombardia, sul nuovo regolamento per l’accesso alle case popolari approvato oggi pomeriggio dalla giunta Maroni.
“L’enfasi con la quale Maroni e Sala hanno sottolineato l’approvazione del nuovo regolamento per gli accessi nelle case popolari ci sembra francamente fuori logo – afferma Spinelli -. Da una brutta legge regionale (nella foto un presidio organizzato nei mesi scorsi da Sicet, Cisl e gli altri sindacati), la n° 16/2016, non poteva derivare che un pessimo regolamento peraltro, al di là di quanto affermato dal vicepresidente Sala, ancora tutto da scoprire sotto il profilo della sua effettiva applicabilità”.
Sicet Lombardia sottolinea, infatti, che la piattaforma informatica sulla quale dovrà essere realizzata la sperimentazione nei prossimi mesi, è ancora tutta da scrivere e da verificare.
“Quello che, però, si coglie immediatamente dalla lettura del testo normativo è che si è voluta fare un’operazione squisitamente ideologica – sottolinea Spinelli – riproponendo un sistema di attribuzione dei punteggi che penalizza proprio le famiglie che versano nelle più gravi condizioni di emergenza abitativa e sociale e quelle più povere”. “E’ assurdo, e peraltro contrario alle finalità proprie dell’edilizia popolare – prosegue – prevedere il limite del 20% del numero delle famiglie con reddito basso che possono accedere all’assegnazione di un alloggio. Così come è assurdo e di dubbia legittimità introdurre in modo rilevante nell’attribuzione del punteggio la condizione di maggiore durata della residenza sia sul territorio regionale sia su quello comunale”.
I Comuni, inoltre, non avranno più strumenti per affrontare l’emergenza abitativa, in particolare quella degli sfratti, poiché è scomparsa ogni procedura di gestione all’interno dell’assegnazione. Da qui l’auspicio del segretario generale del sindacato inquilini Cisl che gli stessi Comuni, a partire dai capoluoghi e da quelli che in questi anni hanno dovuto affrontare l’emergenza sfratti, si facciano promotori di una forte opposizione a questo regolamento.
“La precisazione dell’assessore per cui “le famiglie sceglieranno l’alloggio più confacente” appare francamente incredibile e indicativa di una pessima conoscenza della realtà – conclude Spinelli -. Quello che serve per le migliaia di famiglie lombarde che aspettano e vorrebbero “scegliere” una casa popolare è che finalmente la Regione metta risorse vere e immediatamente utilizzabili per ampliare l’offerta di alloggi popolari, a partire da quelli sfitti che sono sottratti all’assegnazione”.