Chiesto un Nuovo Contratto Sociale

Le organizzazioni sindacali internazionali si rivolgono ai governi del G20

Nel 2022 le condizioni del mercato del lavoro a livello globale sono peggiorate in modo significativo. Centinaia di milioni di persone sono disoccupate o rimangono fuori dal mercato occupazionale e altre centinaia di milioni lavorano nell’illegalità, mentre si stima che 214 milioni di lavoratori svolgano lavori di qualità così bassa che i loro salari sono insufficienti per sollevarli dalle condizioni di povertà. In tutti i Paesi la maggior parte delle famiglie lotta con l’aumento del costo della vita, i bassi salari e le scarse prospettive di crescita economica. In questa terribile situazione economica e sociale, con le principali istituzioni internazionali che avvertono della recessione o comunque del grave rallentamento economico, politiche di austerità e di consolidamento del bilancio sarebbero deleterie, perché porterebbero a un’ulteriore riduzione della domanda e dei livelli di occupazione, così come avrebbero un impatto negativo sulla coesione sociale e sulla resilienza a crisi future. Per queste ragioni, «i governi devono agire urgentemente per attutire le perdite di posti di lavoro e per contrastare tutte le forme di lavoro forzato, lavoro precario e povertà, disuguaglianza e inflazione che corrode qualsiasi crescita di salario nominale» sostiene il Labour 20 in una dichiarazione rivolta ai ministri del Lavoro dei G20.
Il Labour 20 (L20) rappresenta gli interessi dei lavoratori a livello di G20. Riunisce i sindacati dei Paesi del G20 e Global Unions, cioè il partenariato tra la Confederazione sindacale internazionale (Csi-Ituc), le Federazioni sindacali globali e il Comitato consultivo sindacale dell’Ocse (Tuac). Convocato da Ituc e Tuac, dall’inizio della crisi finanziaria nel 2008 il Labour 20 si impegna nel processo intergovernativo del G20, trasmettendo i messaggi chiave del movimento operaio globale alle riunioni ministeriali e ai vertici del G20. «Invitiamo i ministri a sostenere una politica fiscale e monetaria che offra una giusta transizione e indirizzi le enormi lacune di investimento in servizi pubblici, protezione sociale, infrastrutture e sviluppo – dichiara il L20 –. Sottolineiamo che i sistemi di protezione sociale costruiscono la resilienza per lavoratori e comunità. Chiediamo un’azione per sostenere l’uguaglianza di genere, la parità di retribuzione e mettere fine alla violenza e alla discriminazione nei luoghi di lavoro».
La segretaria generale dell’Ituc, Sharan Burrow, ha ricordato che «i lavoratori sono in prima linea in molteplici e straordinarie crisi: livelli storici di disuguaglianza, emergenza climatica, una pandemia che ha distrutto vite e mezzi di sussistenza e conflitti con devastanti impatti nazionali e globali». Come dimostrato dal Global Rights Index 2022, questa instabilità è spesso sfruttata da governi e datori di lavoro che attaccano i diritti dei lavoratori, per questo, ha aggiunto Burrow, «dobbiamo denunciare le irregolarità per far capire ai governi che devono ricostruire un Nuovo Contratto Sociale: lavoro, salari, diritti, protezione sociale, uguaglianza e inclusione».

Affrontare le lacune di competenze

Secondo L20 è necessario intervenire per migliorare la formazione e le competenze e, a tale scopo, sono espresse alcune richieste ai G20. Innanzitutto quella di «investire nell’istruzione pubblica a tutti i livelli», in particolare nella prima infanzia, nell’istruzione primaria e secondaria. Si ritiene poi importante «identificare gli ostacoli che impediscono l’accesso a una formazione di qualità», prendendo in considerazione i fattori che limitano l’accesso, come un reddito insufficiente, la distribuzione ineguale delle responsabilità di assistenza tra gli uomini e le donne, diverse forme di discriminazione, scarso accesso a servizi essenziali e alla rete Internet. Così come deve essere promosso un «accesso equo» delle donne all’istruzione, alle competenze e all’apprendimento permanente e vanno sostenute iniziative dell’Ilo quali la nuova Raccomandazione sugli apprendistati e il Green Jobs for Youth Pact. Inoltre servono investimenti per promuovere la riqualificazione dei lavoratori i cui posti di lavoro vengono trasformati dalle nuove tecnologie, garantire i diritti del lavoro dei migranti e il dialogo sociale.

Diritti nella Gig e Platform economy

Per affrontare la precarietà e le difficoltà del lavoro caratteristiche della cosiddetta Gig economy (lavori occasionali, temporanei, a chiamata) e delle piattaforme digitali, L20 chiede ai G20 di sviluppare una Convenzione dell’Ilo sul lavoro dignitoso nella Platform economy, nonché di garantire che tutti i lavoratori, indipendentemente dallo stato occupazionale, beneficino dei diritti fondamentali sul lavoro, rafforzando le politiche di prevenzione per la salute e la sicurezza. Devono essere regolamentate la corretta classificazione dei lavoratori nelle piattaforme digitali e la governance della gestione algoritmica per garantire equità, trasparenza e tutela dei diritti dei lavoratori. Va poi garantita la conservazione e la portabilità della previdenza sociale, per cui è importante che i datori di lavoro paghino i contributi previdenziali a tutti i lavoratori, a prescindere dal rapporto di lavoro, sostiene il Labour 20.

Finanziare la protezione sociale

L’Assemblea ministeriale dei G20 è sollecitata dall’L20 ad adottare una dichiarazione che chieda di ampliare la base contributiva dei sistemi di protezione sociale, di eliminare evasione ed elusione fiscale, attuare una tassazione progressiva anche sulle operazioni finanziarie, al fine di incrementare lo spazio e il finanziamento dei sistemi di protezione sociale. Si richiedono anche progressi verso un fondo globale di protezione sociale per i Paesi più poveri e l’impegno di almeno il 7% degli stanziamenti di Aiuto pubblico allo sviluppo (Aps) da dedicare alla protezione sociale. Sottolineando che «i sindacati di tutto il mondo mantengono l’impegno a lavorare con i ministri del lavoro a livello nazionale e globale e con le relative istituzioni globali, per garantire che i lavoratori traggano vantaggio dal nostro lavoro congiunto nel 2023 e oltre», il Labour 20 ritiene «urgente e necessaria» un’azione per accelerare la giusta transizione «nel contesto di un Nuovo Contratto Sociale», chiedendo ai G20 di prendere l’iniziativa in modo da «raggiungere risultati tangibili e definiti nel tempo».