Chimica e relazioni industriali, una storia di innovazione

Milano, 18.4.2017
Partecipazione, apertura al dialogo e al confronto, reciproco riconoscimento delle parti. Sono solo alcuni degli elementi che hanno reso le relazioni industriali nel settore chimico e farmaceutico una formula di successo. Un’esperienza unica  nel panorama italiano e non solo, per la prima vota raccontata dalle testimonianze dei suoi protagonisti, raccolte da Costantino Corbari nell’ultimo libro edito da BiblioLavoro “L’idea del dialogo”, presentato nei giorni scorsi a Milano. Inutile dire che per l’incontro organizzato da Femca nazionale e lombarda, e Fnp Lombardia, che hanno promosso e sostenuto la pubblicazione del volume, si sono dati appuntamento molti dei protagonisti della “formula chimica”: da Nicola Messina, storico direttore delle Relazioni sindacali di Federchimica, a sindacalisti come Oraldo De Toni (Petrolchimico di Ravenna), Ernesto Guerrini (Bayer di Garbagnate), Luigia Cassina e Giovanni Giubeli (Pirelli), solo per citarne alcuni. “Le esperienze del passato, il vissuto delle relazioni industriali nel settore chimico sono testimonianze di un sindacalismo riformatore – ha sottolineato Marco Colombo, segretario generale Fnp Cisl Lombardia -. Non un modello da replicare o copiare, ma una concezione da rinnovare e rigenerare nella realtà attuale”. Dalle testimonianze dei protagonisti è emerso con chiarezza che uno dei fattori determinati dell’esperienza chimica, volano dell’innovazione, è stata  la volontà di trovare sempre una soluzione ai problemi, riducendo il conflitto al minimo. “Ridurre il conflitto, non annullarlo – sottolinea l’economista Carlo Dell’Aringa, che del libro ha scritto la prefazione -. Nessuno sostiene che nel settore chimico non vi sia stato conflitto. Anzi, in certe circostanze ha assunto sembianze drammatiche. Ma le fasi di conflitto sono state sopravanzate da un atteggiamento di “porta aperta al dialogo””. Emblematiche le parole di Benito Benedini, già presidente di Federchimica, che a una domanda precisa sui fattori che hanno determinato il carattere partecipativo delle relazioni industriali del settore, ha risposto: “Fiducia, fiducia, fiducia”.
“Perché tutto ciò è avvenuto nella chimica e non altro? Per diversi fattori – sottolinea Costantino Corbari, giornalista e autore del libro -. Innanzitutto perché l’incidenza del costo del lavoro era minore che in altri settori, poi la presenza di grandi imprese e di multinazionali, oltre che l’incontro di persone particolarmente attente e sensibili da una parte e dall’altra”. Il “fattore umano” ha giocato un ruolo di primo piano. “La storia delle relazioni nella chimica ci conferma quanto è importante partire dall’esperienza delle persone – sottolinea Angelo Colombini, segretario generale Femca Cisl -. Le testimonianze dei protagonisti del passato ci trasmettono la grande capacità di trovare risposte a problemi complessi, nell’interesse del bene comune”. “Bene  comune è l’impresa – aggiunge – in quanto luogo dove le persone possono esprimersi lavorando in un sistema di relazioni industriali che valorizza il capitale umano, attraverso la formazione, e risponde ai bisogni delle lavoratori e delle lavoratrici non solo in termini di salario, ma anche di assistenza sanitaria, previdenza complementare, benefit”.