Cinema e lavoro nel 1972

Palma d’oro ex-aequo a due film italiani che parlano di lavoro e vicende economiche al festival di Cannes nel 1972. Si tratta de
"La classe operaia va in paradiso" ed "Il caso Mattei". Ma di questo parliamo dopo. Vediamo prima il quadro
delle opere significative realizzate nell’anno. Il 1972 è l’anno nel quale Luis Buñuel, con "Il fascino discreto della borghesia"
(produzione italo-francese) realizza una delle sue opere maggiori. Italo-francese è anche uno dei maggiori successi dell’anno duramente
colpito dalla censura come "Ultimo tango a Parigi" del nostro Bernardo Bertolucci. L’Italia realizza anche un film per la
tv (apparso sugli schermi in formato ridotto) come "Diario di un maestro" di Vittorio De Seta; uno dei film più belli sulla
scuola italiana e sugli effetti della lezione di don Lorenzo Milani. Il cinema americano, come al solito, piazza alcuni film importanti.
Citiamo a caso: "Cabaret" di Bob Fosse; "Città amara – Fat City" di John Huston; "Corvo rosso non avrai il mio scalpo"
di Sydney Pollack; "Il padrino", grande successo dell’anno diretto da Francis Ford Coppola; "Un tranquillo week-end di paura"
realizzato da John Boorman. In coproduzione con la Gran Bretagna gli Usa producono uno dei film più interessanti di Joseph
L. Mankiewicz
, "Gli insospettabili", mentre il cinema inglese sforna un Hitchcock d’annata con "Frenzy". Emerge il nuovo
cinema tedesco con alcune delle sue opere migliori: "Aguirre, furore di Dio" di Werner Herzog e "Le lacrime amare di Petra von Kant"
di Rainer Werner Fassbinder. Due opere importanti arrivano dalla Polonia: il difficile ma fantastico ed affascinante film
di Wojciech J. Has, "La clessidra" e il visionario "Le nozze", di Andrzej Wajda. Si fa inoltre conoscere il greco
Théo Anghelopulos, con "I giorni del ’36". Anche i film in cui sono protagonisti il sindacato e i lavoratori, od altri personaggi
del mondo economico, sono ben presenti in un anno così ricco ed il nostro paese dà un buon contributo produttivo nel genere. Ma è uso
partire dall’America, dove troviamo sindacalismo e repressione padronale nel primo film importante di Scorsese: "America 1929 – Sterminateli senza pietà".
La protagonista è Bertha Thompson, rapinatrice e prostituta dopo aver visto morire il padre costretto dalla crisi ad un mestiere pericoloso.
E della crisi troviamo tutte le vittime: vagabondi, agitatori anticapitalisti, i condannati ai lavori forzati, ecc. Più leggero, ma
ugualmente graffiante, è "Che cosa è successo tra mio padre e tua madre?" di Billy Wilder, la storia tra una impiegata ed
un industriale. Questa volta è lo stile di vita della vecchia Europa (meglio ancora, la disorganizzazione ma anche la tolleranza dell’Italia
del Sud) che si contrappone alla disumana America. Un altro film ambientato durante la depressione americana è "Sounder", di Martin
Ritt
. Si tratta della presa di coscienza di una famiglia contadina che sopravvive grazie alla abilità del cane da caccia del titolo.
Rimanendo in ambiente contadino, non poteva mancare un western che mostra la durezza della vita dei cowboy come "Fango, sudore e polvere da sparo",
esordio alla regia di Dick Richards. Andiamo in Ungheria per segnalare "Paesaggio morto" di István Gaál: un film
passato quasi inosservato, sugli effetti dell’industrializzazione nello spopolamento di un piccolo paese con echi gramsciani nelle
tesi sostenute dal regista. Fassbinder contribuisce alla rappresentazione di un venditore ambulante considerato un incapace
col melodramma "Il mercante delle quattro stagioni". La Francia ci consegna alcuni film non proprio riuscitissimi, a partire dalla
cronaca di una occupazione aziendale in "Crepa padrone, tutto va bene" di Jean-Luc Godard, e Jean-Pierre Gorin. Altri
film d’oltralpe sono "La fanciulla del violoncello" di Yvan Butler (storia di un caporeparto che diventa criminale dopo aver
conosciuto una ragazza che lo fa uscire dalla solitudine) e "L’erede" di Philippe Labro (tentativo finito male di rinnovare
un’azienda siderurgica ereditata dal padre). "LocandinaInvidie di
classe invece nel film dello svizzero Claude Goretta, "L’invito", dove oggetto dell’eredità avuta da un impiegato è la villa
di campagna. Ma è il cinema nostrano che produce i film più interessanti. La classe operaia va in paradiso
di Elio Petri è il primo film italiano che entra in fabbrica (grazie ad un set
costruito in una vera azienda che vede gli operai in lotta) ed è la storia di un cottimista che si ribella ad un certo tipo di organizzazione
del lavoro. "LocandinaIl film contiene riferimenti ai rapporti tra sindacato ed estrema sinistra che all’epoca hanno
scontentato quasi tutti, ma che rivisto oggi mantiene ancora tutta la sua forza e rappresenta un documento di quella stagione rivendicativa.
Pur nella costruzione di un film-inchiesta, Il caso Mattei di Francesco
Rosi
è invece un documento sul maggior artefice della costruzione dell’industria di stato italiana ed il maggior
oppositore ai gruppi petroliferi americani. "LocandinaLa trasformazione dell’emigrante
disoccupato in operaio torinese è messa in dubbio, invece, dal film di Lina Wertmüller
Mimì metallurgico ferito nell’onore. Una commedia grottesca di grande successo che condizionerà
le successive opere della regista. Anche la storia ha un suo peso e le vicende di una rivolta contadina durante la spedizione dei mille
soffocata nel sangue è il tema del bel film di Florestano Vancini "Bronte – Cronaca di un massacro che i libri di storia non hanno raccontato".
Una commedia che invece mostra come i ricchi vincano sempre è "Lo scopone scientifico" di Luigi Comencini, uno dei film più
significativi della commedia all’italiana. A proposito di questo film, Goffredo Fofi ha dichiarato che è il vero prodotto che rappresenta
il ’68, anche se girato quattro anni dopo. Il mondo del lavoro e il sindacato sono al centro de "Il sindacalista" di Luciano Salce.
Film piuttosto ambiguo che comunque ha momenti di buon cinema è la storia di un lavoratore stimato dagli operai che diventa sindacalista
per poi essere accusato di essere venduto al padrone quando le cose vanno male. Poco riuscite anche le opere di Silvano Agosti
"N.P. Il segreto" (un industriale progetta una macchina che trasforma la spazzatura in cibo) e "Bianco rosso e…" di Alberto
Lattuada
che mette in scena la storia, ambientata in un ospedale, del rapporto tra una suora ed un operaio comunista che verrà
compromesso da uno sciopero. Complessivamente quindi il 1972 si dimostra un anno importante per il cinema sui temi del lavoro e dell’economia.
Un anno che raccoglie molti frutti dell’autunno caldo e che sfrutta anche la moda del cinema di contestazione.