Cinema e lavoro nel 1980

Nessun film memorabile in tema di lavoro nel corso di questo 1980 anche se non mancano alcune opere da segnalare. Come di consueto
iniziamo con una fotografia della produzione del periodo dove si stagliano alcune pellicole quali La città delle donne del nostro Fellini,
Shining diretto da Stanley Kubrick o Kagemusha, l’ombra del guerriero per la regia
di Akira Kurosawa. Altri titoli da segnalare nella produzione dell’anno sono Toro scatenato di Scorsese o
The Elephant Man, horror ma anche film sulla dignità umana di David Lynch.
Meno conosciuti film quali
La giacca verde di Franco Girali (forse il miglior film tratto dalle opere di Mario Soldati sul tema del
rapporto tra l’essere e l’apparire), Il grande uno rosso ove Samuel Fuller racconta la sua esperienza di
guerra o la feroce commedia contro la burocrazia polacca di Krzysztof Zanussi Kontrakt.

"CinemaNell’analizzare i titoli che parlano di lavoro ed economia partiamo,
come di consueto, dagli Usa dove viene girato I cancelli del cielo da parte di Michael Cimino. Film ambizioso
e costosissimo il cui insuccesso mise in crisi la potente casa produttrice (United Artists) è la ricostruzione del conflitto tra i
contadini immigrati nello Wyoming ed i potenti allevatori. Più leggera e con maggiore appeal è la commedia Dalle 9 alle
5… orario continuato
diretta da Colin Higgins. Il film ci trasferisce in un ufficio ove tre segretarie sequestrano
il capo e lo riorganizzano dimostrando di saperci fare meglio e facendogli ottenere pure una promozione.
Dagli uffici ai rivenditori
di automobili per trattare temi quali quelli della concorrenza e della corruzione sia nella politica che nel mondo dei media. Temi
che si trovano trattati in La fantastica sfida per la regia di Robert Zemeckis. Ancora una commedia quella
ambientata tra gli operai edili alle prese con incidenti durante la costruzione di un grattacielo nel film Sei uomini d’acciaio
diretto da Steve Carter. Prima di lasciare gli Usa vale la pena segnalare un’opera girata per la Tv sullo sfruttamento ed il duro lavoro
nei campi da parte degli immigrati. Si tratta di Angel City per la regia di Philip Leacock.
Poche cose
invece dal resto del continente. Da segnalare solo una panoramica delle condizioni del Brasile rurale in Bye Bye Brazil
del fondatore del "Cinema Novo", Carlos Diegues.
Nell’Europa dell’est si ricorda, almeno tra i film giunti nel nostro paese, solo
la pellicola Palma d’oro a Cannes Constans per la regia del polacco Krzysztof Zanussi, in stato di grazia
in quel periodo, che gira la storia di un giovane e del suo rapporto con la società consumista e corrotta.
Tra speculazione immobiliare
e rivendicazioni dell’Ira si muove invece Un venerdì maledetto dell’inglese John Mackenzie, unico film che
si occupa di economia e lavoro nel panorama anglosassone in questo anno.
Neppure dalla Germania niente da segnalare mentre qualche
film va rilevato nella produzione francese.
Tra le storie che Alain Resnais mette in scena in Mon oncle d’Amérique
vi è anche quella avente protagonista un tecnico dell’industria tessile, anche se il film si occupa più di filosofia e di comportamenti
umani che di lavoro. Un confronto tra le classi sociali è messo in scena da Maurice Pialat nel film Loulou,
storia di una borghese che lascia il marito per un amante proletario. Francis Girod invece dirige una memorabile Romy Schneider in
La banchiera dove viene rievocata la vicenda di "Madame 8 %", protagonista della borsa francese negli anni
’30. Un bel film sul rapporto tra vita e lavoro lo gira invece Bertrand Tavernier raccontando il periodo di riposo assegnato da un
medico ad una insegnante in Una settimana di vacanze.
"CinemaAnche
nel nostro paese poche pellicole da segnalare. Lavoro precario o, meglio, arte di arrangiarsi si trova nella commedia Café
Express
di Nanni Loy dove Nino Manfredi interpreta un venditore abusivo di caffè sui treni che vanno al sud. Lizzani
mette invece in scena la rivolta contadina nei confronti dei notabili della Marsica trasferendo sullo schermo l’opera di Silone Fontamara.
Un’analisi del sottobosco della Torino periferica (Mirafiori sud) si ha nel film La ragazza di via Millelire
diretto da Gianni Serra e prodotto dalla Rai. Infine una segnalazione per Roberto Faenza che, dopo tre anni dal film sulla Dc (Forza
Italia) fa le pulci al Pci raccontando le vicende di una famiglia comunista in Si salvi chi vuole.