Cinema e lavoro nel 1988

Milano, 18.4.2012

Non particolarmente fertile l’anno che consideriamo dal punto di vista delle opere cinematografiche che si occupano di lavoro ed economia. Il 1988 vede apparire alcune eccellenti pellicole a partire dal Decalogo 6 (Non desiderare le donna d’altri) di Kieslowski fino a Inseparabili di Cronemberg; per citare due prodotti totalmente diversi. Tra i film da citare sono da inserire sia campioni di incassi come Chi ha incastrato Roger Rabbit  o Rain man che film "ostici" come Io e il vento di Joris Ivens o commedie tipo Un pesce di nome Wanda. Il cinema italiano si impone qualitativamente con Tornatore grazie a Nuovo Cinema Paradiso e La leggenda del Santo bevitore di Olmi.

 

"Cinema"CinemaDall’America andiamo in India per seguire la vicenda di un bambino di 10 anni che arriva a Bombay e deve sopravvivere adattandosi ai lavoretti ed allo sfruttamento offerti dalla grande città. Il film è Salaam bombay! di  Mira Nair e getta uno sguardo sulla povertà di una società senza indugiare sul "poverismo". Dalla Russia arriva invece il film La piccola Vera del regista Vasilij Picul che indaga sulla vita di una famiglia operaia in una piccola città industriale sul Mar Nero. E’ il finlandese  Aki Kaurismäki a raccontare invece la vicenda del giovane minatore Taisto che viene licenziato e va alla ricerca di un nuovo lavoro incontrando le disillusioni della vita e diventando un assassino in fuga. Il titolo del film è Ariel. E’ però dall’Inghilterra che arriva il miglior film sulla vita di una famiglia proletaria: si tratta di Voci lontane…sempre presenti di Terence Davies. Gli occhi che scrutano la vita sono quelli di un bambino ma le figure di riferimento sono quelle del padre e della madre mentre l’influenza della religione è uno dei condizionamenti maggiori. Sempre dalla Gran Bretagna da segnalare l’arrivo di una saga sulla famiglia che vive in una fattoria che si trova ad attraversare le vicende drammatiche di una vita, guerra compresa. Il film si intitola Sulla collina nera per la regia di Andrew Grieve ed è tratto da un romanzo di Bruce Chatwin. 

Partiamo dunque con il nostro excursus sul tema del lavoro iniziando dagli Stati Uniti. Il film più significativo che giunge da quella nazione è Tucker – un uomo e il suo sogno di Francis Ford Coppola. Si tratta della vicenda relativa alla progettazione e costruzione di un’auto rivoluzionaria boicottata dalle grandi case automobilistiche. E’ un film sul "sogno americano" che mostra anche i limiti del sogno stesso quando si scontra con i grandi interessi capitalistici. Il film riesce anche  a darci un bel ritratto della società degli anni ’40 con le sue illusioni. Sempre a proposito del "sogno americano" in frantumi va segnalato Le mille luci di New York per la regia di James Bridges; storia di un giornalista che perde il lavoro a causa della dipendenza da alcool e droga. Tra le tesi sostenute da un personaggio quella di uno scrittore fallito che sostiene che il denaro ha soppiantato la poesia. Spielberg invece si reca tra i piloti occupati a spegnere gli incendi per realizzare un remake del film Joe il pilota dal titolo Always – per sempre con riprese dal vero di un grande incendio. Si tratta di un film banale nella storia ma incantevole nella realizzazione che comunque rappresenta il punto basso degli incassi dei film diretti dal regista americano. Poco successo di pubblico e di critica riceve anche la seconda puntata della collaborazione tra  Godfrey Reggio ed il musicista Philip Glass dal titolo Powaqqatsi che tratta del lavoro umano nel mondo. Ancora le illusioni dell’America nel film Terra Promessa di Michael Hoffman sulla vicenda di due amici che partono alla ricerca del lavoro diventando poi l’uno rapinatore e l’altro poliziotto. Anche in questo film la fotografia della provincia americana è perfetta. Un disoccupato ed un operaio sono invece i protagonisti del film di fantascienza Essi vivono di John Carpenter sull’invasione di extraterrestri camuffati da esseri umani che cercano di condizionare gli abitanti della terra. Ancora alieni inseriti nella vita terrestre i protagonisti di Alien nation di Graham Baker. Essi sono considerati utili dal punto di vista economico per alcune loro capacità ma vengono anche fatti oggetto di intolleranza e provocano diffidenza anche quando entrano nella polizia. Chiudiamo la panoramica sul cinema americano con Gli irriducibili di Gary Sinise che racconta come una fattoria modello venga distrutta in quanto ostaggio di una banca a causa dei debiti.

 

"Cinema

Chiudiamo con il nostro paese per segnalare due film; l’uno di successo e l’altro snobbato dal pubblico. Il primo è Fantozzi va in pensione, ennesimo episodio sul personaggio creato da Paolo Villaggio per la regia di Neri Parenti; il secondo è Gentili signore di Adriana Monti. In merito al film di Parenti è quello di rendere il disagio di chi va in pensione dopo una vita fatta di ripetizione e spersonalizzazione sul lavoro. Quello di Adriana Monti è invece il racconto della vita di una cooperativa di casalinghe milanesi che si dedicano alla stampa su stoffa. Il film le vede alle prese con i problemi quotidiani, finanziari compresi. Nient’altro da segnalare nel panorama cinematografico dell’anno.