Cinema e lavoro nel 1953

"LocandinaCome per tutti gli anni ’50 nella vasta produzione cinematografica brillano stelle di prima grandezza,
anche se poche hanno a che fare con il tema del lavoro. Il 1953 poi vede due importanti opere giapponesi tra le migliori pellicole,
a dimostrazione della vitalità di quel cinema. Si tratta de I racconti della luna pallida d’agosto
di Kenji Mizoguchi e del "Viaggio a Tokyo" diretto da Yasujiro Ozu. Il
primo titolo, che conquista il leone d’argento a Venezia, in realtà è interessante nella nostra ottica in quanto, pur essendo ambientato
nel medioevo giapponese, vede come protagonisti due vasai ossessionati dal denaro con relativa rovina delle famiglie a causa della
loro avidità. Il film tra l’altro si caratterizza come una delle migliori opere sulla condizione femminile. "Viaggio a Tokio" invece
è un racconto sull’instabilità della famiglia nel dopoguerra.
Fuori dal Giappone comunque si realizzano film come "Il grande caldo"
di Fritz Lang (una delle grandi riflessioni sulla corruzione americana e sui limiti della legalità), "L’isola della donna contesa"
di Josef von Sternberg (in realtà prodotto dal Giappone), il manifesto del nuovo cinema americano "Il piccolo fuggitivo" diretto
a più mani da Ray Ashley, Morris Engel e Ruth Orkin, "Il sole splende alto" di John Ford, "Spettacolo di varietà"
di Vincente Minnelli, "Il cavaliere della valle solitaria" di George Stevens, "Lo sperone nudo" di Anthony
Mann
, "Stalag 17 – L’inferno dei vivi" di Billy Wilder od il delizioso "Gli uomini preferiscono le bionde" di Howard
Hawks
solo per stare negli Usa."Locandina
In Europa assistiamo alla realizzazione del "I gioielli di Madame de…" di Max Ophuls, "La rivale di mia moglie"
di Henry Cornelius, " Le vacanze di Monsieur Hulot" di Jacques Tati od "Una vampata d’amore" di Ingmar Bergman
mentre nel nostro paese si realizzano "Carosello napoletano" di Ettore Giannini, Viaggio in Italia
di Roberto Rossellini (uno dei film che ha influenzato maggiormente il cinema moderno)
e, in coproduzione con la Francia, "I vitelloni" di Federico Fellini e "Vite vendute" di Henri-Georges Clouzot. Significativi
questi ultimi due film con Fellini che racconta della noia dei giovani che non lavorano e Clouzot che narra la pericolosità del trasporto
di un carico di nitroglicerina, necessaria per spegnere un pozzo petrolifero in fiamme.
Tra i film italiani da segnalare anche "Anni facili",
di Luigi Zampa, dove un professore antifascista in difficoltà economiche accetta di trafficare in medicinali e "Napoletani a Milano"
di e con Eduardo De Filippo che mette in scena il rapporto tra napoletani ed una ditta milanese che offre del lavoro come
indennizzo a fronte di un crollo. La vita quotidiana di una contadina finita in città a fare la domestica è invece al centro dell’opera
di Antonio Pietrangeli "Il sole negli occhi". Una satirica commedia di Claudio Gora invece ha come protagonista un
industriale del formaggio che ha una grande paura dei comunisti – "L’incantevole nemica" – mentre un altro datore di lavoro sarà il
responsabile dei problemi di "Un marito per Anna Zaccheo" nel film di Giuseppe De Santis. Meno riusciti invece i film di Carlo
Lizzani
– "Ai margini della metropoli" – e di Antonio Leonviola – "Noi cannibali" – aventi ambedue come protagonisti
degli operai disoccupati. Il film di Leonviola comunque si caratterizza per dei bei panorami industriali.
Tra i film americani un
posto importante invece lo ha "Il sale della terra" di Herbert J. Biberman, cronaca di uno sciopero nelle miniere messicane
con delle belle sottolineature sulla partecipazione delle donne e sui rapporti tra lavoratori messicani e nordamericani, oltre all’arretratezza
culturale degli operai stessi nei rapporti con l’altro sesso e nella vita familiare. Anche un musical come "Lili" di Charles Walters
si occupa di una ragazza sedicenne ed orfana che va in città con la speranza di trovar lavoro mentre "La baia del tuono" di Anthony
Mann
mette in scena la diffidenza degli abitanti di un villaggio di pescatori della Louisiana verso i lavori per estrarre il petrolio.
Anche il solo cervello di un impresario senza scrupoli può influenzare lo scienziato che lo ha in laboratorio, sembra dirci Felix
Feist
nel film "Il cervello di Donovan" e, per tornare a figure più umili, ricordiamo il film "Solo per te ho vissuto" di Robert
Wise
, ritratto di una insegnante povera che sposa un agricoltore. La rappresentazione della povertà contadina e delle differenti
classi sociali indiane li si scopre in Europa grazie al film "Due ettari di terra" di Bimal Roymentre Luis Buñuel mette
in scena un racconto grottesco su due tranvieri che rubano un tram in "L’illusione viaggia in tranvai". Tra le opere minori si ricordano
"Illusione", di Harold French ma tratto da Simenon, sulle vicende di un capocontabile che scopre le intenzioni di fuga del
principale in rovina e "Precipitevolissimevolmente" – regia di John Paddy Carstairs – sui guai combinati da un commesso. Per
chiudere due film dedicati ai contadini francesi: "Manon delle sorgenti" di Marcel Pagnol e "Il fuoco sotto la pelle" di Marcel
Blistène
.