Como, presentato il rapporto degli uffici vertenze 2014

Milano, 4.3.2015
 
Sono oltre 1300 i lavoratori assisti nel 2014 dall’Ufficio vertenze della Cisl dei Laghi di Como. “La relazione annuale permette di segnalare i movimenti del mercato del lavoro in provincia di Como, prendendo in considerazione non solo chi genera lavoro ma anche le aziende in difficoltà”, ha sottolineato Gerardo Larghi, segretario generale Cisl dei Laghi, intervenendo alla presentazione del rapporto annuale 2014. Larghi ha anche ribadito l’attenzione della Cisl alla legalità nel mondo del lavoro, in quanto l’Ufficio vertenze in questi anni ha rilevato una serie di interventi tesi ad abbattere il costo del lavoro ma non sempre perfettamente leciti o “etici”. L’esempio di questa tendenza negativa sono le cooperative spurie, che sono forme di impresa illegittime, e hanno sede in luoghi improbabili o difficilmente raggiungibili e generalmente si occupano di facchinaggio o di trasporti. Un altro fenomeno negativo è il mobbing che recentemente è stato riconosciuto anche in sede legale. Anche il recupero crediti dai datori di lavoro, una delle attività principali dell’Ufficio Vertenze,  è divenuto sempre più difficoltoso, per le condizioni non sempre trasparenti in cui versano molte imprese. Antonio Mastroberti, responsabile dell’Ufficio vertenze Cisl, ha poi delineato il quadro nel dettaglio: l’economia comasca è in difficoltà da 7 anni, i fallimenti nel 2014 sono stati circa 140 contro i 30 approssimativi della situazione precrisi. È cambiata la tipologia delle aziende fallite: non si tratta solo di grandi aziende manifatturiere ma anche di aziende medio piccole del terziario, che rappresentano ormai il 50% dei fallimenti. E’ sempre in forte crisi il settore dell’edilizia, il cui numero di aziende si è dimezzato e dove sono scomparsi anche dei grandi nomi. Anche nel metalmeccanico vi sono ancora molte aziende in difficoltà, in quanto coinvolge principalmente dei terzisti che soffrono per il calo della produzione. Il tessile, al contrario, è un settore che si è stabilizzato: i fallimenti si sono concentrati nelle fasce di mercato basse mentre tiene il mercato medio-alto. Uno dei fenomeni frequenti rilevati sono i fallimenti pilotati di aziende che richiedono l’intervento dell’Inps per il pagamento delle liquidazioni, salvo poi continuare la loro attività con un’altra ragione sociali, seguendo una procedura non chiara. Secondo Mastroberti, “Molti datori di lavoro in difficoltà indirizzano i propri lavoratori direttamente all’Inps, per scaricare sull’istituto l’onere del Tfr” . Un altro fattore segnalato è la riduzione delle vertenze per l’uso inappropriato dei contratti a termine in quanto sono stati di fatto liberalizzati, possono essere ripetuti senza motivazioni. Sono invece frequenti le cause di lavoratori con contratti a progetto e di collaboratori familiari.  Sono state anche intentate cause da parte dei  dipendenti che hanno subito mobbing dopo la chiusura dei rapporti di lavoro. Tratto caratteristico del periodo di crisi è anche il fatto che alcuni lavoratori si rivolgono ai sindacati per alcune di solidarietà nei confronti della propria azienda come rinunciare ai propri superminimi o accettare demansionamenti, permettendo ai datori di lavoro di ridurre i costi relativi alla loro retribuzione. Numerose sono state anche le vertenze di lavoratori che desiderano emergere da una condizione di nero totale, soprattutto nei pubblici esercizi come bar e ristoranti.
 
 
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