Contrattazione sociale e aziendale, risposta all’emergere di nuove povertà

Milano, 14.6.2016
 
I nuovi poveri? Sono i minori, appartenenti a nuclei familiari colpiti dalla crisi, dove un reddito comunque certo anche se non elevato, come quello da pensione, è assente. E’ quanto emerge dal quadro tracciato questa mattina nel corso del seminario organizzato da Cisl e Fnp Lombardia per fare il punto sulle nuove povertà e gli strumenti a disposizione del sindacato per contrastarle. “Per combattere le nuove povertà e le troppe fragilità occorre rafforzare la contrattazione sociale e aziendale, promuovere tutele in ambito occupazionale, favorire politiche di conciliazione vita- lavoro che aumentino l’occupabilità, oltre che estendere e qualificare i servizi per l’infanzia – ha sottolineato Paola Gilardoni, segretario regionale Cisl Lombardia introducendo i lavori -. Queste sono le aree su cui dobbiamo intensificare le nostre priorità d’azione, stringendo alleanze con le istituzioni e i soggetti del Terzo settore attivi sul territorio”. Cisl e Fnp lombarde sono fortemente preoccupate per l’incremento del rischio di povertà ed esclusione sociale per le famiglie con minori, che più di altre stanno pagando gli effetti della crisi. “L’iniziativa di oggi vuole avviare  una modalità di lavoro su cui dovremo ulteriormente affinare i nostri strumenti, per rafforzare le sinergie tra tutti quanti lavorano sui temi sociali – ha detto Marco Colombo, segretario generale Fnp Cisl Lombardia -. Anche a livello regionale vogliamo affermare quella modalità di sussidiarietà comune, tra Cisl e Fnp, che è già operativa sul territorio”. Fino a dieci anni fa erano gli anziani la categoria più esposta alla povertà. Con la crisi economica il fenomeno si è invertito e i nuovi poveri sono i bambini. Chiarissimi i dati Istat: nel 2008 under17 e over65 erano pressochè allo stesso livello, nel grafico dell’indicidenza della povertà relativa. Poi l’inversione di tendenza e nel 2011 si registra un crollo dell’incidenza di povertà relativa degli over 65 (nel 2013 10,1), mentre schizza verso l’alto i minori di 17 anni (nel 2013 17,5%). “In Italia quasi il 30% della popolazione è a rischio povertà ed esclusione sociale – ha sottolineato Chiara Agostini, ricercatrice del Laboratorio Percorsi Secondo welfare -. Questo perché si è sempre avuta una politica debole e residuale di lotta a povertà, manca una protezione universalistica”. “Qualcosa sta cambiando, perché la legge di stabilità ha stanziato per la prima volta fondi strutturali, portando a 1,6 miliardi i finziamenti per contrastare disagio ed esclusione sociale – ha aggiunto – vedremo l’anno prossimo se sarà riformato il sistema con l’introduzione di un’unica misura”. Nel frattempo, Cisl e Fnp si attrezzano per contrastare le nuove povertà, anche attraverso momenti di approfondimento come quello di oggi sul nuovo Isee e sul portale nazionale Aida Cisl. “Uno strumento importante per dare lettura di tutti i bilanci comunali – sottoliena Gilardoni – che consentono ai nostri contrattualisti sociali di avere chiaro il contesto in cui ci muoviamo, prima di andare a una trattativa”.