Dalmine, Tenaris annuncia 400 esuberi per la crisi del petrolio

Milano, 25.2.2015
 
“Le crisi vanno e vengono: anche con la crisi, Tenaris Dalmine ha chiuso con un utile. Secondo noi ci sono tutte le condizioni per poter utilizzare gli ammortizzatori sociali. Ci sono dipendenti che si possono accompagnare alla pensione, si possono utilizzare i contratti di solidarietà, ma soprattutto non si può pensare di incidere sugli apprendisti: giovani sui quali l’azienda ha investito in formazione. Sono una risorsa importante per Tenaris. Perderli sarebbe un’assurdità. Usiamo gli ammortizzatori sociali, i contratti di solidarietà o sarà sciopero”. Emanuele Fantini della Fim Cisl di Bergamo mette in fila le possibili alternative ai 400 licenziamenti che Tenaris ha annunciato oggi in un incontro con i sindacati. Qualche avvisaglia si era percepita nei giorni scorsi, ma si temeva soprattutto per apprendisti e interinali. Invece, la direzione ha buttato sul tavolo 406 esuberi, giustificati, a suo dire, dal calo del prezzo del petrolio e dalle scosse di assestamento che il mercato sta producendo. Si tratta si un numero “importante”, anche per un’azienda grande come “la Dalmine”, da sempre sinonimo in bergamasca di “fabbrica”. Allo stabilimento, che rappresenta circa tre quarti del personale Tenaris in Italia, questo, secondo l’azienda, dovrebbe comportare l’espulsione di 222 operai (inclusi i 31 somministrati, già usciti, e al 70-80% ricollocati), 66 dei quali pensionabili, e 184 impiegati, dei quali 32 pensionabili. Non è stato ancora prospettato quale strumento verrà utilizzato per la gestione dei 277 non pensionabili. 
“Di fronte a numeri molto importanti come quelli comunicati abbiamo subito tenuto le assemblee con i lavoratori, che sono state molto partecipate — racconta Fantini —. Mi sembra di avere colto la solidarietà generale di tutti sia sul tema degli apprendisti, sia sulla gestione degli ammortizzatori sociali con contratti di solidarietà, che comportano sacrifici, ma permettono anche di non perdere il contatto con il posto di lavoro”. “Per noi ci sono due questioni fondamentali — continua  —. Non si può scaricare tutto il peso sugli apprendisti. È incomprensibile sprecare un investimento di anni sui giovani; questo è negare il futuro alla stessa Tenaris. Poi è fondamentale che l’azienda, oltre a uscite incentivate, come ha sempre fatto, pensi anche a tutti gli altri lavoratori che non possono accedervi, con un ricorso a tutti gli ammortizzatori sociali possibili, inclusi i contratti di solidarietà, sui quali forse qualche anno fa poteva esserci diffidenza, perché non erano ancora noti, ma dei quali il sempre più diffuso utilizzo ha dimostrato la validità”.