Infortuni e malattie professionali in Lombardia al 31 maggio 2020

Milano, 6.7.2020

Sono stati pubblicati i dati Inail delle denunce di infortunio per il periodo gennaio-maggio 2020 e dei soli dati di maggio, come sempre confrontati con lo stesso periodo dell’anno precedente.

I dati sono ancora influenzati dalle chiusure totali e parziali di molte attività produttive e di servizi e da una riapertura delle stesse iniziata a fatica. Questo lo si vede, in particolare, nelle denunce di infortunio per modalità di accadimento: 45.722 casi nel periodo gennaio-maggio 2020, contro i 51.650 del pari periodo 2019. Un calo dell’11,5%. Se a questo aggiungiamo che 16.700 sono le denunce fatte per contagio da Coronavirus è evidente che la minor attività lavorativa svolta lascia un segno sostanziale nell’analisi infortunistica extra Covid-19.

Gli unici dati in contro-corrente riguardano le provincie di Pavia e Cremona che fanno segnare un aumento. Proprio in quest’ultima l’aumento è il più significativo ed è pari al +13,7%. In provincia di Cremona si passa da 2.253 denunce nel periodo gennaio maggio 2019 a 2.561 nello stesso arco temporale del 2020.

Molto più grave è la situazione che riguarda le denunce di infortunio con esito mortale. Entra prepotentemente la causa/effetto che fa riferimento all’emergenza sanitaria, dopo che Inail , con la nota del 17 marzo e la successiva Circolare N° 13 del 3 aprile 2020, ha riconosciuto la causale di “infortunio sul lavoro per contagio da Coronavirus”.

Tutte le persone che sono contagiate sui luoghi di lavoro, in itinere e, successivamente decedute sono considerate infortuni e come tali trattati. Il dato è allarmante: 54 denunce di infortuni mortali nel periodo gennaio maggio 2019 che passano a 104 nello stesso periodo 2020. Un aumento del 76,2% attribuibile al sacrificio fatto da lavoratrici e lavoratori nell’esercizio del loro lavoro prevalentemente di cura ed assistenza degli ammalati da Coronavirus.