Milano, 1.12.2015
Si è tenuto giovedì 26 novembre il corso di formazione “Funzionamento ed efficacia del Cae” previsto nell’ambito del progetto europeo “Dedalus&Arianna” sul tema dei Cae e sui diritti di informazione, consultazione e partecipazione dei lavoratori. Il corso era rivolto ai delegati di nuova nomina e ai membri che necessitano di una formazione base sulle tematiche legate all’azione dei Cae.
Miriam Ferrari, responsabile del dipartimento Politiche europee ed internazionali, di cooperazione e migratorie della Cisl Lombardia, ha introdotto i lavori presentando il progetto, i suoi obiettivi, le sue attività, i risultati che si intendono raggiungere con questo progetto, ricordando il costante ed intenso lavoro svolto dal dipartimento negli anni sulle tematiche dei Cae in collaborazione con gli altri sindacati europei.
Si è poi entrati nel merito delle tematiche relative alle attività dei Cae con l’aiuto di Claudio Stanzani, direttore di Sindnova, istituto per lo studio dell’innovazione, delle trasformazioni produttive e del lavoro. Si è iniziato ad approfondire cosa è e a cosa serve un Cae, partendo da un breve excursus storico per inquadrare la nascita dello strumento Cae con la direttiva 1994/45/Ce, la sua evoluzione e la sua modifica con la direttiva 2009/38/Ce e il suo recepimento nell’ordinamento italiano, con particolare focus sui requisiti necessari per la creazione di un Cae, i suoi ambiti di competenza, cercando di dare una definizione più precisa possibile di cosa si intenda e come si concretizza il diritto di informazione e consultazione.
Nei lavori di gruppo che si sono svolti durante la mattinata, i partecipanti si sono confrontati su quali ambiti di attività dei Cae loro ritengono prioritari tra quelli previsti dalla normativa europea, e quali altri ambiti dovrebbero essere trattati e discussi all’interno delle riunioni dei Cae. Dai vari lavori di gruppo, è emerso che l’aspetto ritenuto prioritario è l’informazione sulla struttura dell’azienda o del gruppo, spesso non del tutto nota ai lavoratori delle imprese multinazionali Oltre alla struttura, tutti i gruppi hanno indicato come priorità conoscere la situazione economica dell’azienda, con collegata la situazione di ristrutturazioni dell’azienda, con i relativi impatti occupazionali, le eventuali fusioni o accorpamenti di rami dell’azienda.
Tra gli altri ambiti di attività di cui si dovrebbero occupare i Cae, secondo i partecipanti, sono emersi i temi della salute e sicurezza, la distribuzione del lavoro nelle varie sedi in Europa, il contesto sociale e politico dei vari Stati dove ci sono gli stabilimenti, chi sono, cosa fanno e che ruolo hanno all’interno del Cae i membri dei diversi Paesi e le politiche di welfare aziendale.
Per fare questo, è fondamentale avere e condividere prima delle riunioni tutti i documenti che possono essere utili duranti gli incontri con l’azienda, in primis i bilanci delle aziende.
La mattinata si è poi conclusa con la presentazione di un caso di successo, quello della Bayer, dove l’interazione tra Cae e direzione aziendale, come testimoniato da Ernesto Guerrini, membro del Comitato ristretto, ha portato a cambiamenti sulle decisioni aziendali in fatto di ristrutturazione e chiusura di alcuni stabilimenti del gruppo.
Nel pomeriggio, nei gruppi di lavoro si è provato a stilare una bozza di possibile piano di lavoro di un Cae, individuando attività, obiettivi, attori coinvolti e modalità operative. Queste bozze di piani di lavoro sono poi stati condivisi in plenaria, con feedback da parte dell’esperto su quali siano i punti più importanti da inserire e perseguire all’interno di un programma di lavoro.
Claudio Stanzani ha poi dato altri suggerimenti su come rendere più efficaci e riunioni dei Cae, dando in particolare suggerimenti relativi all’ordine del giorno, alla preparazione sugli argomenti da trattare, alle modalità di partecipazione in sede di discussione.
Concludendo i lavori, Roberto Benaglia, segretario regionale della Cisl Lombardia, ha sottolineato e rimarcato l’importanza dello strumento dei Cae, in un mondo e in contesto economico sempre più europeo ed internazionale, che si ripercuote ovviamente anche sull’occupazione e sulle relazioni industriali.