doBank, lavoratori in sciopero per difendere l’occupazione

Milano, 27.6.2019

Domani i lavoratori del Gruppo doBank,  con i sindacati di categoria Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca Uil, Unisin,  scenderanno in piazza per sostenere le proprie ragioni in tema di: mantenimento dei livelli occupazionali e dell’area contrattuale;  stabilizzazione dei lavoratori precari. Alle ore 10 si terrà un presidio in Piazza Cordusio a Milano.

“I motivi dello sciopero – scrivono i sindacati in un comunicato – vanno ricercati nella volontà dell’azienda di gestire questa fase del piano industriale con un approccio unilaterale e non concordato sia per quanto riguarda i 160 esuberi dichiarati, sia per quanto riguarda la chiusura e le ricadute sui lavoratori di alcuni poli periferici”. “In considerazione dei cambiamenti che continuano ad investire il gruppo, di cui l’ultimo in ordine di tempo è la revoca della licenza bancaria – aggiungono – sono mancate la volontà e le premesse per avviare un serio confronto che avesse al centro i risultati dell’azienda assieme alla tutela dei diritti e delle professionalità dei lavoratori”.

“A tutti, infatti – continua il comunicato – è nota l’intenzione dell’azienda, esplicitamente manifestata anche in sede Abi, di replicare, dopo un periodo di assestamento, a tutte le sedi, nessuna esclusa, il progetto smart working/ telelavoro (con conseguente possibile chiusura del sito), o i trasferimenti in altre sedi. Di fatto questo aprirebbe la strada a riduzioni del personale attraverso lo spregevole strumento dei c.d. “licenziamenti mascherati”.

Terminate le operazioni one to one di incentivazione agli esodi volontari, secondo i sindacati saranno ancora decine gli esuberi. “Se nonostante le pubbliche rassicurazioni l’azienda intendesse comunque rivedere le proprie intenzioni e ricorrere agli strumenti di legge in materia di licenziamenti – prosegue il comunicato – spiace sottolineare che le prime risorse che verrebbero impattate sarebbero proprio quelle che probabilmente oggi si fanno maggiori remore a scioperare, ma che invitiamo, comunque, a lottare per preservare il diritto al lavoro”.