Milano, 22.3.2019
Il sindacato, con l’insegnamento e l’impegno politico, era una delle strade che don Lorenzo Milani indicava ai suoi ragazzi per praticare l’amore e dare finalità alla vita. Molti allievi del priore di Barbiana hanno seguito questo invito, generazioni di sindacaliste e sindacalisti hanno tratto e traggono ispirazione dalle parole e dai gesti del sacerdote fiorentino. Eppure il rapporto, intensissimo, tra don Milani, la sua scuola e il mondo del lavoro non è tra i più studiati e conosciuti.
Curato da Francesco Lauria, formatore per la Cisl nazionale e il centro studi Cisl di Firenze, il libro “Quel filo teso tra Fiesole e Barbiana” attraverso molteplici scritti e testimonianze ricostruisce il filo conduttore del rapporto tra la Cisl e don Milani, i cui insegnamenti sono di grande attualità anche oggi. Se n’è discusso questo pomeriggio nel corso dell’incontro organizzato da BiblioLavoro e Fnp Cisl Lombardia presso la sede di via Vida.
Coordinati dal presidente di BiblioLavoro, Ferdinando Piccinini, oltre a Lauria sono intervenuti Paolo Landi, alunno di Don Milani, ex sindacalista Cisl e fondatore di Adiconsum, e don Walter Magnoni, responsabile della Pastorale sociale e del lavoro dell’Arcidiocesi di Milano.
“Non vogliamo che quest incontro sia un’esercizio di memoria – ha detto Piccinini introducendo i lavori – ma riportarne pensiero e impegno, rilanciare il messaggio e declinarlo nell’attualitá”.
Paolo Landi, che ha raccontato la sua testimonianza di allievo di don Milani nel libro “La Repubblica di Barbiana”, ha sottolineato la forza del messaggio del rigore nel spronare i ragazzi a “difendere sempre le loro idee, mai avvallando ragionamenti demagogici”. “Quando è morto, 50 anni fa, don Milani era esiliato dalla Chiesa sul Monte Giovi, emarginato dal mondo della scuola ufficiale, e, dallo Stato, condannato poi per apologia di reato – ha sottolineato Landi -. Oggi la realtà è completamente diversa, Barbiana è indicata dalla Chiesa e dallo Stato come un modello di scuola dove si insegnava a ragionare con la propria testa”. “Don Milani sosteneva che non c’è nulla di più ingiusto che fare misure eguali fra diseguali e i suoi insegnamenti hanno fatto gran parte della riflessione sindacale di quegli anni: Barbiana ha influito parecchio sull’egualitarismo”. “Insegnamenti dei quali è importante non si disperda la memoria, soprattutto oggi che la tendenza è quella di appiattire sulla quotidianità – ha sottolineato Francesco Lauria -. La “Lettera a una professoressa” ha avuto grande influenza per la conquista delle 150 ore per il diritto allo studio, oggi l’insegnamento di don Milani ci sprona ad ampliare le frontiere della sindacalizzazione, per contrastare situazioni di emarginazione e sfruttamento”.
Don Walter Magnoni è intervenuto esortando a ripartire dagli ultimi, cogliendo la lezione del priore di Barbiana che “è possibile costruire esperienze significative anche in territori periferici. Se hai idea e voglia di realizzarla puoi cambiare dal basso e da luoghi apparentemente marginali”. “Ripartiamo dagli ultimi – ha esortato il responsabile della pastorale del lavoro -. Tutti siamo responsabili di tutti, dei milioni di profughi ignorati o emarginato dell’Europa, degli anziani soli, dei vulnerabili, delle persone che sperimentano la solitudine della relazioni, disperati. La sfida è immaginare oggi luoghi sociali, promuovere una cultura che dia speranza”.
A conclusione dell’incontro è intervenuto anche il segretario generale della Cisl Lombardia, Ugo Duci. “Abbiamo ascoltato parole pesanti, che persone impegnate nel sociale come noi non possono non considerare per il peso che hanno, partendo dall’incredibile esperienza di don Milani – ha sottolineato -. Vorrei aggiungere due parole: quando ricordiamo le grandi storie alle spalle in questo Paese dobbiamo saper provare nostalgia, ma guai a noi se diventa rimpianto di quel tempo, di quelle storie. No, per noi deve essere uno stimolo, un impegno rinnovato: riattualizziamo gli insegnamenti e ritariamoli al cammino che abbiamo davanti”.