Emergenza abitativa nell’Ue

Quasi 900.000 senza dimora e oltre 19 milioni di persone in alloggi inadeguati In Europa è in corso una vera e propria emergenza abitativa, che colpisce soprattutto le famiglie più povere fortemente provate dall’aumento generalizzato dei prezzi. Il contesto è preoccupante, dal momento che si stimano almeno 895.000 persone senza dimora mentre 19,2 milioni vivono in alloggi inadeguati (Eurostat), condizione responsabile di oltre 100.000 decessi ogni anno in Europa (Organizzazione Mondiale della Sanità). Nonostante ciò le risposte politiche restano insufficienti, mentre sarebbe necessario «attuare le nuove misure annunciate all’indomani della pandemia e stabilire una risposta sostenibile al problema dei senzatetto». È quanto affermano la Federazione europea degli organismi nazionali che lavorano con persone senza dimora (Feantsa) e la Fondazione Abbé Pierre, nel loro ottavo Rapporto sull’esclusione abitativa in Europa 2023. Oltretutto, la stima sulle persone senza dimora è in difetto, come spiegano gli autori dello studio: «Questa stima – basata su dati frammentari e concentrandosi solo sulle forme più visibili di senzatetto – evidenzia il fallimento dei Paesi europei nella realizzazione dell’alloggio come diritto fondamentale: ogni notte in Europa una popolazione paragonabile a quello di una città come Marsiglia o Torino è senza casa e il fenomeno è in aumento nella maggioranza degli Stati membri». Il Rapporto segnala che nonostante la qualità media europea dell’edilizia abitativa sia migliorata negli ultimi decenni, quella degli alloggi inadeguati resta una realtà quotidiana per milioni di persone. Umidità e muffa, sovraffollamento, difficoltà nel mantenere un livello adeguato di temperatura, esposizione all’inquinamento, servizi igienico-sanitari inadeguati, rischi di incendio e difetti strutturali: le abitazioni non idonee possono assumere varie forme, spesso difficili da misurare. Con differenze tra i vari Paesi, le cattive condizioni abitative hanno la costante di colpire le fasce più svantaggiate della popolazione, «sia più frequentemente sia più gravemente», sottolinea il Rapporto evidenziandone l’enorme costo sociale: «Vivere in alloggi non idonei nuoce gravemente alla salute, aumenta la povertà e favorisce l’esclusione». Povertà in aumento in tutta Europa Secondo le più recenti stime Eurostat riportate dal Rapporto sull’esclusione abitativa, nel 2021 il 16,8% degli europei viveva al di sotto della soglia di povertà, cioè oltre 73,6 milioni di persone. Nello stesso anno, più di una persona su cinque (21,7%) nell’Ue era a rischio di povertà o esclusione sociale, con i tassi più alti registrati in Romania (34,4%), Bulgaria (31,7%), Grecia (28,3%) e Spagna (27,8%). Tra il 2020 e il 2021 il numero delle persone a rischio di povertà o di esclusione sociale è aumentato in 13 Paesi europei, in particolare in Slovacchia (13%), Portogallo (12%), Lussemburgo (6%) e Lettonia (4%). Particolarmente colpiti i minori, con quasi un quarto degli europei di età inferiore a 18 anni (24,4%) a rischio povertà. Oltre un europeo su dieci (11,9%) era incapace di coprire alcune spese ritenute necessarie per mantenere un tenore di vita accettabile, una deprivazione materiale e sociale particolarmente elevata in Romania (34,5%), Bulgaria (30,4%) e Grecia (29,2%). Secondo un sondaggio realizzato nel 2022 in sei Paesi europei (Francia, Italia, Grecia, Germania, Polonia e Regno Unito), una persona su quattro si trova ad affrontare difficoltà finanziarie e materiali, mentre la stragrande maggioranza ha dovuto fare scelte difficili dettate dalla situazione finanziaria: ridurre il riscaldamento per il costo delle bollette, rinunciare a cure sanitarie e ridurre l’alimentazione. Forte aumento dei costi abitativi ed energetici Tra il 2012 e il 2022, rende noto il Rapporto, gli indici dei prezzi delle case nell’Ue sono aumentati mediamente del 49,6% e quelli degli affitti del 14,5%, una tendenza a lungo termine osservata in quasi tutti gli Stati membri. Rispetto al 2015 i prezzi degli immobili residenziali sono aumentati di oltre il 50% in 16 Stati membri. Così, in media i costi abitativi hanno rappresentato il 18,9% del totale del reddito disponibile delle famiglie europee, in aumento del 2,2% rispetto all’anno precedente, assorbendo però il 37,7% per le famiglie che vivono al di sotto della soglia di povertà, con punte del 60% in Grecia ma percentuali elevate di reddito anche in Danimarca (56,5%), Paesi Bassi (48%), Svezia (44,4%), Germania (43,8%) e Repubblica Ceca (43,4%). L’aumento senza precedenti dei prezzi energetici poi, nel periodo 2020-2022, ha interessato tutta l’Ue. Tra ottobre 2021 e ottobre 2022 i prezzi dell’energia sono aumentati in media del 53,8% nell’Ue – 38,4% per l’elettricità e 73,6% per il gas. Nel 2021 il 6,4% dei cittadini europei e il 15,9% delle famiglie che vivevano al di sotto della soglia di povertà erano in arretrato con il pagamento delle bollette (acqua, luce, gas, riscaldamento). Nello stesso periodo la percentuale di famiglie che vivevano al di sotto della soglia di povertà e in arretrato con i pagamenti è aumentata in 11 Paesi dell’Ue. La povertà abitativa non è inevitabile Secondo Feantsa e Fondazione Abbé Pierre, l’Ue dimostra consapevolezza sul peggioramento della situazione includendo i senzatetto nell’agenda politica, mentre Paesi come Finlandia, Danimarca e Austria fungono addirittura da esempi con una leggera diminuzione del numero di persone senza dimora. Le iniziative lanciate dalla Piattaforma europea sulla lotta all’homelessness (Epoch) rappresentano sviluppi positivi, «ma gli sforzi da parte degli Stati membri devono essere aumentati». Servono garanzie per tutelare le famiglie dall’aumento dei costi degli alloggi: attraverso sussidi pubblici e accompagnamento dovranno essere adottate misure per sostenere i proprietari di case poveri e gli inquilini a basso reddito. «La povertà abitativa non è affatto inevitabile» sostengono gli autori del Rapporto, sottolineando come le politiche pubbliche necessarie per porre fine a questa situazione siano «ben note»: regolamentazione efficace del mercato degli alloggi, massicci investimenti nella costruzione e ristrutturazione di strutture abitative sociali, rafforzamento dei sistemi di protezione sociale e strategie globali per contrastare la condizione di senzatetto.