I dati di INAIL aggiornati al mese di luglio delle denunce di infortunio e di malattia professionale, pubblicati ieri nel giorno della tragedia di Brandizzo, mostrano la crescita continua da inizio anno delle morti sul lavoro in Lombardia: 97 nei primi sette mesi dell’anno, in crescita per rapporto sia al 2022 (90 infortuni mortali), sia al 2021 (93 morti sul lavoro).
Nel periodo gennaio/luglio 2023 si conferma una riduzione delle denunce di infortunio, -22,16%, con 65.465 denunce rispetto alle 84.108 denunce per l’analogo periodo 2022.
La disaggregazione dei dati delle denunce di infortunio su base territoriale evidenzia un calo in alcune province, mentre altre mantengono stabile il dato delle denunce di infortunio.
Le province maggiormente in calo sono:
• Milano – 29,4% (21.784 infortuni nel 2023; 30.868 nel 2022)
• Brescia – 28% (9.189 infortuni nel 2023; 12.773 nel 2022)
• Monza-Brianza – 26,3% (4.794 infortuni nel 2023; 6.505 nel 2022)
Le parole di Roberta Vaia, Segretaria Regionale CISL Lombardia in merito:
“Logica vorrebbe che un calo tanto importante degli infortuni totali si riflettesse anche sul dato di quelli mortali. Così non è. La riduzione delle denunce di infortunio è sì dovuta al minor peso dei casi di contagio da Covid-19 sul lavoro nel 2023 rispetto al periodo in esame dell’anno precedente, in particolare nel settore Sanità, ma ciò non spiega tutto. Un andamento divergente dei dati, con più morti sul lavoro nonostante il calo rilevante degli infortuni totali, fa sorgere il dubbio che sia in atto una più diffusa prassi di omessa denuncia dell’infortunio.
Garantire salute e sicurezza sul lavoro deve essere una priorità ed è, anzitutto un obbligo. Ci sono responsabilità da correggere e sanzionare, quando viene meno nei luoghi di lavoro un’adeguata gestione del rischio infortunistico, quando c’è una carente formazione di lavoratori e datori di lavoro; ma vi è anche una grave responsabilità di sistema, per attività di controllo e prevenzione inadeguate a causa della irrisolta carenza di personale impegnato nelle attività ispettive, ed anche per una regolazione sbagliata o insufficiente del sistema degli appalti e subappalti”