Eni, Femca Cisl: no alla vendita di Saipem

Milano, 28.1.2015
 
Saipem non va separata da Eni, non dev’essere venduta ai cinesi. La Femca Cisl sta facendo pressione sui vertici del gruppo e sul governo affinché la società di ingegneristica e costruzioni resti all’interno del gruppo petrolifero. E lo ribadirà anche al prossimo incontro con il neo amministratore delegato, Claudio De Scalzi, previsto per metà febbraio. “Siamo nettamente contrari alla cessione a privati di Saipem. I suoi successi sono evidenti e deve essere chiaro a tutti, e in particolare a Renzi, che cedere un’azienda che è prima al mondo per competenze e tecnologia sarebbe una grande sciocchezza”, ha detto Sergio Gigli, segretario generale della Femca Cisl, intervenendo all’incontro organizzato dalla Femca Lombardia “Dove va l’Eni?”. “Da Enrico Mattei ad oggi l’Eni è cambiata totalmente, sia dal punto del suo business, le sue localizzazioni, sia nelle dinamiche sociali e sindacali, come la qualità e quantità dei livelli occupazionali – ha sottolineato Angelo Colombini, segretario generale Femca Cisl Lombardia -. Occorre riflettere sul ruolo presente e futuro di Eni perché una realtà tanto strategica per il nostro Paese deve essere valorizzata e devono esserne approfonditi gli scenari futuri”. Nel farlo è inevitabile il richiamo all’Eni di Mattei, all’azienda anche sociale, che aveva cuore l’uomo e la donna che vi lavoravano, all’insegna di un business che valorizza il territorio e non solo il dividendo. “Da sempre le relazioni tra  l’azienda e il sindacato sono state all’avanguardia – ha ricordato Colombini – auspichiamo che questa sia la linea anche della nuova dirigenza”. I segnali, al momento sono positivi. Anche secondo l’economista Giulio Sapelli, tra l’altro membro del vertice della Fondazione Mattei: “Il nuovo piano industriale è molto equilibrato, realistico – ha detto -. Affronta il grande problema di Eni che è quello della raffinazione, ma l’azienda deve anche tornare ai fondamentali della produzione, perché è un’azienda mineraria e deve continuare ad esserlo, arrivando a produrre 2 milioni di barili al giorno se vuole passare da media a grande major”. “Certamente la fase è delicata, il crollo del prezzo del petrolio non aiuta – ha aggiunto – ma oggi il gruppo vende sempre più chimica verde e questa è una bella e interessante scommessa per il futuro”. Al dibattito è intervenuto anche Davide Calabrò, executive vice president Eni, che ha ricordato come le buone relazioni industriali sono un valore tangibile per Eni, che va oltre i protocolli, a patto però che siano il frutto di convergenze e non di un dialogo tra sordi e che soprattutto siano alimentate nel tempo e aggiornate, dove necessario. Da qui la necessità di avere come controparte un sindacato che, così come ha fatto la Femca Cisl in questi anni, non abbia posizioni preconcette e sia capace di rompere gli schemi.