Euronote novembre 2023 | Un Manifesto per le elezioni europee

Le indicazioni della Ces a partiti e candidati per un’Europa più sociale ed equa

«Un’Europa come comunità di persone e nazioni in cui ognuno è libero di vivere in pace e lavorare senza temere povertà, insicurezza, mancanza di rispetto, discriminazione, violenza, guerra o oppressione: un’Europa che sia un luogo ideale in cui vivere, lavorare, crescere i propri figli, prendersi cura dei propri cari, andare in pensione e invecchiare. Un’Europa che realizzi concretamente il Pilastro europeo dei diritti sociali». Questa la visione della Confederazione europea dei sindacati (Ces) contenuta nel Manifesto per le elezioni europee 2024, con cui i sindacati europei invitano tutti i partiti e i candidati a sottoscrivere e condividere i valori e le priorità che dovrebbero caratterizzare l’Ue negli anni a venire. «Abbiamo bisogno che le elezioni europee ci diano un Parlamento e una Commissione impegnati a lavorare per un’Europa giusta, con posti di lavoro sicuri, salari dignitosi, servizi pubblici di eccellenza, diritti delle donne e uguaglianza per tutti, diritti delle lavoratrici e dei lavoratori forti e un rafforzamento della contrattazione collettiva e del dialogo sociale» sostiene la Ces, indicando a partiti e candidati dodici impegni che rappresentano le priorità per il raggiungimento di una vera Europa sociale e invitando tutti i cittadini ad andare a votare «per far sentire la propria voce per un’Europa più giusta e sociale».

Posti di lavoro e redditi migliori

Secondo la Ces è necessario intraprendere un’azione efficace nell’Ue per proteggere i posti di lavoro e i redditi, comprese le pensioni, con misure decisive per affrontare la dimensione sociale della crisi del costo della vita. Sono ritenuti prioritari un aumento dei salari e un miglioramento delle condizioni di lavoro, ad esempio ponendo fine al lavoro precario garantendo ai lavoratori contratti a tempo indeterminato, vietando gli stage non retribuiti, aumentando il controllo dei lavoratori sulla flessibilità dell’orario, proteggendo i diritti dei telelavoratori, vietando la sorveglianza invasiva e irrispettosa.

Dialogo sociale e sicurezza sul lavoro

Per «difendere e rafforzare i diritti dei sindacati e delle lavoratrici e dei lavoratori», la Ces considera fondamentale garantire l’accesso delle organizzazioni sindacali ai luoghi di lavoro e aumentare la copertura della contrattazione collettiva, «anche attraverso il recepimento ambizioso della direttiva sui salari minimi adeguati e della direttiva sulla trasparenza di genere delle retribuzioni». Deve poi essere estesa l’applicazione della legislazione europea in materia di salute e sicurezza sul lavoro, nonché affrontati i rischi psicosociali, le molestie online e la stigmatizzazione sul lavoro attraverso una direttiva europea, così come garantita la fine di tutte le forme di violenza di genere nel mondo del lavoro.

No all’austerità, sì a servizi pubblici forti

Alle politiche di austerità va contrapposto un modello economico «incentrato sull’economia reale, sulla creazione di posti di lavoro, sul lavoro dignitoso e sulla ridistribuzione attraverso una tassazione equa e progressiva» sostiene la Ces, chiedendo una riforma del Patto di stabilità e crescita in linea col raggiungimento dei diritti contenuti nel Pilastro europeo dei diritti sociali. I mercati finanziari, energetici, delle materie prime e alimentari devono essere regolamentati per contrastare la speculazione, mentre devono essere tassati i profitti eccessivi.

Investimenti pubblici e privati «efficaci» sono poi alla base di una politica industriale che favorisca posti di lavoro di qualità e progresso sociale, così come vanno garantiti l’accesso a servizi pubblici di alta qualità e il diritto a un alloggio adeguato, dignitoso e a prezzi accessibili.

Progresso sociale e transizioni giuste

Tutte le forme di finanziamento pubblico e di sostegno alle imprese devono includere rigorosi criteri sociali, fiscali e ambientali, sostiene la Ces, chiedendo una revisione delle norme sugli appalti «per garantire che i fondi pubblici vadano alle organizzazioni che rispettano i diritti dei lavoratori e dei sindacati». Attenzione particolare va data alle transizioni digitale e “verde”, con una digitalizzazione «incentrata sull’uomo e su una regolamentazione efficace dell’IA» e obiettivi climatici da raggiungere attraverso un’equa transizione, «inclusa una direttiva per una transizione giusta nel mondo del lavoro attraverso l’anticipazione e la gestione del cambiamento, basata sul principio del coinvolgimento dei sindacati e della contrattazione collettiva». I sindacati europei ritengono anche importante un quadro giuridico dell’Ue che limiti il subappalto e garantisca la responsabilità solidale lungo la catena di subappalti.

Diritto alla migrazione e all’asilo

In materia di migrazioni, la Ces chiede di rafforzare «percorsi migratori sicuri, legali e regolari, migliorare le tutele, i diritti e il sostegno ai migranti e ai richiedenti asilo all’interno dell’Ue». Dovrebbe inoltre essere reintrodotto un meccanismo di ricerca e salvataggio, per salvare vite umane nel Mediterraneo e alle frontiere esterne, e rifiutata qualsiasi politica di esternalizzazione delle frontiere, opponendosi ad accordi «multilaterali e bilaterali con Stati che non rispettano lo stato di diritto e non rispettano i diritti umani».

Europa progressista e democratica

A livello globale l’Ue deve agire attraverso politiche coerenti con il modello sociale europeo, «per promuovere la pace, la democrazia, i diritti umani, lo stato di diritto e la giustizia economica» sostiene la Ces, dedicando l’ultimo punto del suo Manifesto al quadro interno dell’Ue, con alcune indicazioni: un Protocollo sul progresso sociale da includere nei Trattati, per garantire che i diritti sociali abbiano la precedenza sulle libertà economiche, e una riforma delle istituzioni europee, per garantire un’Ue più sociale e democratica.