Qualche spiraglio per i giovani europei
L’iniziativa Garanzia per i giovani sta registrando i primi incoraggianti risultati
I giovani sono stati le principali vittime della crisi, come rilevato da vari studi europei, e, secondo un sondaggio Eurobarometro del 2016, la metà dei giovani europei si sente emarginata ed esclusa da una partecipazione significativa alla vita economica e sociale. Eppure «i giovani sono il futuro dell’Europa» e l’Ue intende «creare le condizioni per garantirne lo sviluppo ottimale e fornire loro le migliori opportunità» sostiene la Commissione europea, che nel 2013 ha lanciato un’ambiziosa strategia denominata Garanzia per i giovani. L’Iniziativa consiste in un impegno politico, assunto dagli Stati membri con una raccomandazione del Consiglio, di fornire a tutti i giovani un’offerta qualitativamente valida di lavoro, di proseguimento degli studi, di apprendistato o di tirocinio entro un periodo di quattro mesi dall’inizio della disoccupazione o dall’uscita dal sistema d’istruzione formale.
A quasi quattro anni di distanza dall’avvio della strategia, oltre 15 milioni di giovani hanno beneficiato in vario modo dell’iniziativa e nell’Ue si contano oltre 1,5 milioni di giovani disoccupati in meno. Già nel 2015 i tassi di disoccupazione giovanile annui erano diminuiti di 3-4 punti percentuali, mentre il numero di coloro che non erano né occupati né impegnati in corsi di studio o di formazione (Neet – Not in education, employment or training) era diminuito di oltre un punto percentuale.
Certo, i tassi di disoccupazione giovanile e di Neet sono molto disomogenei nell’Ue, ma sono comunque scesi entrambi nella maggior parte degli Stati membri. Nello stesso periodo, evidenziano i dati Eurostat, la disoccupazione è diminuita più rapidamente nella fascia di popolazione dei giovani (15-24 anni) che in quella degli adulti, sia complessivamente nell’Ue che in molti Stati membri, a dimostrazione del «buon esito delle riforme strutturali attuate nei settori del mercato del lavoro, dell’istruzione e della formazione sostenute dalla Garanzia per i giovani» osserva la Commissione.
In calo la disoccupazione giovanile
Secondo le ultime rilevazioni Eurostat, pubblicate il 2 maggio scorso, a marzo 2017 risultavano disoccupati nell’Ue 3,8 milioni di giovani (under 25), di cui 2,7 milioni nell’area dell’euro. Rispetto a un anno prima (marzo 2016) la disoccupazione giovanile è diminuita di 439.000 unità nell’Ue e di 268.000 nell’area dell’euro. Il tasso di disoccupazione giovanile ha così raggiunto nel marzo di quest’anno il 17,2% nell’Ue e il 19,4% nella zona euro, tassi ancora molto elevati se confrontati con quelli generali relativi a tutta la popolazione in età lavorativa che nello stesso mese sono stati rispettivamente dell’8% e del 9,5%, ma in diminuzione rispetto al marzo 2016 quando si erano attestati al 19,1% nell’Ue e al 21,3% nella zona euro, confermando così la tendenza alla diminuzione nel medio periodo. Il più basso tasso di disoccupazione giovanile nel marzo scorso è stato rilevato in Germania (6,7%), mentre i più alti sono stati registrati in Grecia (48% a gennaio), Spagna (40,5%) e Italia (34,1%).
Ancora molti Neet, soprattutto in Italia
Negli ultimi anni la disoccupazione giovanile è quindi scesa da un picco di quasi il 24% nel 2013 a meno di due punti percentuali dai valori pre-crisi (nel 2008 era al 15,6% nell’Ue e al 15,5% nell’area euro). Nonostante le differenze tra i Paesi siano diminuite dal 2014, la disoccupazione giovanile varia ampiamente tra gli Stati membri, così due registrano livelli superiori al 40% (Spagna, Grecia) nonostante le diminuzioni nell’ultimo anno, mentre solo tre Paesi presentano tassi inferiori al 10% (Germania, Repubblica Ceca e Paesi Bassi).
Per quanto riguarda i giovani Neet, invece, nel 2016, se ne contavano 6,3 milioni nell’Ue, cioè l’11,5% dei giovani di 15-24 anni. Si tratta di un numero diminuito sostanzialmente rispetto al picco registrato nel 2012 ed ormai prossimo al livello del 2008. Tuttavia tassi Neet superiori al 15% sono ancora registrati in diversi Paesi (Italia, Bulgaria, Romania, Croazia, Cipro e Grecia), con l’Italia che continua a detenere questo primato negativo segnando un tasso di circa il 20%. La riduzione generale a livello di Unione del tasso Neet nel 2016, osserva la Commissione, è dovuta alla riduzione della proporzione di Neet disoccupati, mentre la percentuale di Neet inattivi è leggermente aumentata.
Buoni progressi, ma non basta
La Relazione congiunta sull’occupazione 2017, adottata il 3 marzo scorso dal Consiglio Epsco, ha evidenziato come gli Stati membri abbiano accelerato i loro sforzi di riforma per migliorare la situazione dei giovani nel 2015 e nel 2016, in particolare migliorando le transizioni scolastiche e di lavoro. La Garanzia per i giovani ha rappresentato un fattore chiave promuovendo azioni efficaci degli Stati membri, migliorando il coordinamento tra i diversi attori e costruendo partenariati.
Attività di sensibilizzazione verso i giovani non registrati presso i Servizi pubblici per l’impiego sono state «fondamentali» secondo la Relazione. Sono state adottate politiche attive del mercato del lavoro, come le sovvenzioni salariali e di assunzione e cambiamenti nella legislazione, per affrontare la segmentazione del mercato del lavoro che ha colpito i giovani in modo sproporzionato. Sono state attuate riforme nell’apprendistato e una migliore regolamentazione dei tirocini, al fine di allineare le competenze dei giovani alle esigenze del mercato del lavoro nonché favorire l’impegno degli imprenditori in tal senso. Varie poi le politiche introdotte per migliorare le competenze di base e rendere l’educazione più inclusiva.
Nonostante i progressi raggiunti, osserva però la Commissione europea, saranno necessarie «continue riforme strutturali e misure di riqualificazione, in particolare per i giovani meno qualificati e quelli che devono affrontare numerose barriere per entrare nel mercato del lavoro», così come sono necessari ulteriori sforzi per raggiungere in modo efficace tutti i giovani Neet europei.