Fim Cisl: industria metalmeccanica lombarda ancora in difficoltà

Milano, 27.7.2016
 
L’industria metalmeccanica lombarda è ancora in difficoltà: sono 31.434 i lavoratori coinvolti da cassa integrazione ordinaria e straordinaria, 2.480 i licenziati nel primo semestre 2016. Dati in aumento rispetto a fine 2015: + 13,8% la cassa ordinaria (+5.286 i lavoratori colpiti), +906 i licenziati. In crescita anche i contratti di solidarietà (+16,67%), che nel semestre coinvolgono 3.785 nuovi lavoratori. E’ quanto emerge dal 41° Rapporto congiunturale presentato oggi a Milano dalla Fim Lombardia, che ogni sei mesi rileva sistematicamente i dati nelle circa 7.000 aziende industriali che impiegano oltre 550.000 lavoratori della regione.  “L’industria metalmeccanica lombarda persiste nel suo stato di crisi  e di emergenza occupazionale – commenta Enrico Civillini, segretario generale Fim Lombardia -. Il numero di lavoratori interessati da crisi strutturali aumenta e possiamo affermare che parecchie situazioni stiano precipitando verso soluzioni più drastiche, come confermato dal crescente numero di licenziamenti”. “Istituzioni e imprese devono affrontare con urgenza i nodi che alimentano la crisi, soffocano l’occupazione e ostacolano il rilancio del settore  – sottolinea  Civillini -. Sono passati già due anni da quando la Fim Lombardia ha dato la sveglia alla Regione con una grande manifestazione e ha presentato le sue analisi e proposte, che ancora non hanno trovato riscontro in provvedimenti concreti”. 
Quanto all’impatto della crisi a livello locale, il rapporto della Fim Lombardia I territori maggiormente coinvolti nel semestre sono quelli di Milano (35,68%) Bergamo (20,11% delle sospensioni) e Brescia (10,33%). Seguono Varese, Brianza e Lecco con, rispettivamente, il 9,44% , 7,24% e 5,20%. I dati mostrano la preponderanza dell’intervento di cassa integrazione ordinaria nei diversi territori, ad eccezione della Brianza, Como e Pavia dove si registra, invece, la prevalenza degli interventi di cassa integrazione straordinaria. La mobilità è particolarmente accentuata a Milano dove persistono le maggiori problematicità strutturali.