Giovani Fim: aggiornare i diritti per creare nuove occasioni di lavoro

Milano, 5.10.2016
 
“La recente ricerca promossa dalla Cisl e dalle Acli di Roma tratteggia un quadro preoccupante delle aspettative che i giovani ripongono nel proprio futuro. Il fatto che molti ragazzi si dicano disposti a rinunciare ad alcune tutele pur di riuscire ad avere un lavoro, oltre a costituire un sintomo di rassegnazione, ci impone una profonda riflessione sul tema della partecipazione dei giovani al mercato del lavoro”. E’ quanto sostiene il Coordinatore nazionale dei Giovani Fim, nonché segretario regionale della Fim Lombardia, Andrea Donegà in uan nota stampa. “Il compito che s’impone al sindacato è quello di aggiornare i diritti all’attuale contesto economico e sociale per evitare che questi vengano percepiti come elementi di rigidità e, cosa più grave, come ostacoli alla realizzazione delle proprie aspettative – afferma Donegà – . Il rischio in questo caso è che i giovani rinuncino a quelle forme di tutela che fin qui sono state garantite a chi li ha preceduti e ripieghino su tipologie contrattuali precarie o sottopagate”.
Emerge quindi con evidenza, secondo i Giovani Fim, la necessità di puntare sulla formazione e soprattutto, sui percorsi di alternanza scuola lavoro. L’obiettivo è duplice: far sì che i giovani maturino un’esperienza formativa importante nel passaggio in azienda e accorciare la distanza tra domanda e offerta di lavoro, condizione quest’ultima necessaria per intercettare la richiesta di nuove figure professionali che sale dal mondo produttivo. E’ in questo contesto che Industry 4.0 e smart working possono rappresentare un’occasione per valorizzare le competenze pratiche e innovative dei giovani. Un’occasione che mette il sindacato davanti ad una sfida che richiede risposte inedite e coraggiose. “La ricerca curata da Cisl e Acli ci dice anche un’altra cosa – osserva il coordinatore nazionale dei Giovani Fim – . E cioè che è urgente parlare con i ragazzi, fare rete, collegare le numerose realtà che li vedono protagonisti di cittadinanza attiva: ciò al fine di ascoltare i loro bisogni e tradurli, insieme, in tutele e occasioni di futuro”.