Il ritorno al futuro del settore manifatturiero parte dalla Lombardia

Milano, 3.6.2015

Il manifatturiero può e deve tornare ad essere motore propulsore del mercato del lavoro lombardo e non rimanere a traino dei cicli economici. E’ questo il tema al centro del convegno “Manifatturiero lombardo: ritorno al futuro” organizzato dalla Cisl Lombardia che si è svolto questa mattina a Palazzo Turati a Milano. “Se da un lato non possiamo fare finta di niente sulle carenze del nostro sistema come l’inadeguatezza delle infrastrutture, la scarsa competitività e produttività delle imprese e la mutevolezza del mercato, dall’altro – ha detto Roberto Benaglia, segretario regionale della Cisl Lombardia – la Cisl può fare molto per favorire lo sviluppo lanciando proposte e portando avanti la contrattazione decentrata e aziendale”. Serve ottimismo perché, seppur lentamente, stiamo via via uscendo dalla crisi. “Le fasi di ripresa, come quella che stiamo attraversando servono a definire la capacità di un sistema economico ad affrontare la prossima crisi – ha spiegato Patrizio Tirelli, docente di economia dell’università Bicocca di Milano. “Puntando solo sulla redistribuzione del reddito si ha un po’ di respiro iniziale, ma alla crisi successiva si rischia di trovarsi ancora di fronte al declino ed e’ per questo che bisogna agire su più fronti a partire da azioni condivise tra imprese, sindacati e istituzioni” ha concluso Tirelli. Gli economisti possono fare fino ad un certo punto, la “X efficiency” fa il resto: si tratta, infatti, di quella componente di creativita’ in mano ad imprenditori e lavoratori di un’impresa che si inventano modi originali di lavorare. Ne è un esempio il sistema automobilistico tedesco che nonostante il basso costo del lavoro nei Paesi in via di sviluppo faccia propendere per la delocalizzazizone dell’assembleaggio, e’ riuscito a tenerlo in Germania e a trasformarlo da settore maturo a settore trainante. 
La ricetta politica per la ripresa del nostro Paese comprende punti chiari come ha sottolineato Enzo Rodeschini, direttore operativo di Unioncamere Lombardia: dall’internazionalizzazione delle imprese alla maggiore innovazione dei prodotti, dalle iniezioni di credito per maggiori investimenti fino alle aggregazioni e alle filiere per superare i limiti delle piccole dimensioni aziendali. In tutto questo, le istituzioni devono fare la loro parte e, per quanto riguarda la Lombardia, non siamo all’anno zero in materia di politiche a sostegno del manifatturiero. “Ne sono un esempio la legge 11, il nuovo progetto “Manifattura 4.0″ e gli accordi di competitività. Con questi ultimi le istituzioni affiancano le imprese negli investimenti su ricerca e innovazione e in accordo con i sindacati chiedono impegni certisulle ricadute occupazionali” ha affermato Roberto Albonetti, direttore generale delle attività produttive di Regione Lombardia. A richiamare il ruolo dell’Europa, il segretario confederale della Cisl, Giuseppe Farina, che ha sottolineato la necessita’ di politiche comunitarie più espansive e un sostegno più attivo e diretto ai settori industriali. “Chiediamo a Regione Lombardia di inaugurare gli stati generali del manifatturiero per approfondire questi temi e agire di concerto per rilanciare il settore” ha concluso il segretario generale della Cisl Lombardia Osvaldo Domaneschi. Durante il convegno hanno preso parola anche i segretari generali delle categorie della Cisl Lombardia del manifatturiero, mettendo in luce le specificità di ciascun settore e delle maggiori problematicità affrontate in questi anni di crisi.

LINK ALLE PRESENTAZIONI