Jobs act, Domaneschi: inutile se non si affrontano temi dell’innovazione e della crescita

Milano, 20.2.2015
 
Il nuovo contratto a tutele crescenti difficilmente produrrà un’esplosione di nuovi posti di lavoro in Lombardia. Ma certamente potrà migliorare la qualità dell’occupazione, riducendo la precarietà e aumentando le assunzioni a tempo indeterminato. E’ quanto emerso questa mattina nel corso del seminario “Il Jobs act e la sua attuazione”, organizzato dalla Cisl Lombardia. I primi segnali in questo senso già ci sono, perché gli ultimi dati di Unioncamere danno al 23% le assunzioni a tempo indeterminato, contro il 16% della media nazionale. “Ci aspettiamo che da marzo la sommatoria degli incentivi della Legge di stabilità e del contratto a tutele crescenti entrato in vigore produca  un aumento ulteriore delle assunzioni a tempo indeterminato – ha affermato Roberto Benaglia, segretario regionale Cisl Lombardia con delega al Mercato del lavoro -. La piena e completa attuazione della legge ha però bisogno delle idee e delle proposte di chi sul terreno, ogni giorno, opera per modernizzare e rendere più inclusivo e meno vischioso il mercato del lavoro”. 
Il lavoro da fare, per invertire la tendenza della crisi, non manca certo. Gli ultimi dati Ocse hanno collocato nuovamente l’Italia tra i paesi industrializzati più in sofferenza.  “Cos’altro ci serve per convincerci che gli strumenti che oggi abbiamo per la gestione del mercato del lavoro, delle politiche attive, sono un fallimento e non funzionano?”, ha detto il segretario generale Cisl Lombardia, Osvaldo Domaneschi. “Affrontare le questioni del Jobs act, del mercato del lavoro, dell’articolo 18 – ha avvertito –  senza legarle a un’idea di sviluppo, di crescita e di innovazione di questo Paese è totalmente inutile”. Sulla questione delle politiche attive e del collocamento pubblico, per esempio, occorre fare molto di più. “E’ assolutamente giustificato il timore che il nuovo contratto a tutele crescenti possa penalizzare il ricorso all’apprendistato – ha aggiunto Domaneschi – perché non può essere altrimenti in un Paese come il nostro, in cui sistema imprenditoriale e produttivo non ha mai investito seriamente sulla formazione”. Sulle politiche attive e l’apprendistato, la Cisl lombarda ha incassato la disponibilità della Regione a lavorare su un fronte comune. Lo ha ribadito il direttore generale dell’assessorato al Lavoro, Gianni Bocchieri, sottolineando la necessità che le regioni mantengano però il proprio ruolo in materia e non siano surclassate dall’agenzia nazionale.