La stagione natalizia

 

Milano, 10.1.2016
 
Ed eccoci a tirare le somme sulla stagione natalizia. Ai primi posti come incassi troviamo, oltre ai film di animazione (Sing ed Oceania) Collateral Beauty di David Frankel (una variazione del Canto di Natale di Dickens) e Assassin’s Creed di Justin Kurzel, classico film d’azione legato ad un videogioco. Dei film segnalati la volta scorsa ha funzionato abbastanza Rogue One: A Star Wars Story ma molto meno, dal punto di vista degli incassi, Miss Peregrine – La casa dei ragazzi speciali. Così come sono stati poco più che sufficienti quelli di GGG – Il Grande Gigante Gentile che Steven Spielberg ha tratto dal libro di Roald Dahl parlando di sofferenza ma anche di speranza. La storia infatti è quella di un gigante vegetariano (nel paese tutti i giganti classicamente si nutrono di bambini) che rapisce una bambina orfana portandola nel paese dei sogni. Il libro è datato 1982, lo stesso anno nel quale Spielberg produsse E.T. e da sempre il regista voleva confrontarsi con il testo. E ne è emerso un bel film sulla fantasia ma anche sulla solidarietà.
 
Altra pellicola che ha avuto incassi non eccezionali è Passengers di Morten Tyldum che ci porta nel regno della fantascienza sulla nave stellare che porta i migranti dalla terra verso un nuovo pianeta. Poiché il viaggio dura 120 anni le persone sono ibernate per svegliarsi pochi mesi prima dell’arrivo. Ma lo scontro con un meteorite porta il nostro protagonista a svegliarsi con 90 anni di anticipo mettendolo di fronte alla solitudine ed una morte prima dell’arrivo. Così decide di svegliare anche una scrittrice della quale si era innamorato leggendone la scheda ed il film segue le vicende di quella che sarà una specie di nuovi Adamo ed Eva per le cinquemila persone imbarcate. Film ben realizzato anche se non esente da critiche ma con una sua filosofia interessante.

 

 
 
 
Bel film invece Paterson di Jim Jarmusch che non puntava certo a grandi incassi (ed infatti ne ha avuto di scadenti). Si tratta di un film sulla poesia visto che parla della vita quotidiana di un autista d’autobus con sguardo poetico. Esso penetra nei meccanismi della scrittura ed è un ottimo prodotto che mostra quale deve essere il rapporto tra scrittura ed immagine. Altro interessante film sulla scrittura, questa volta di canzoni, è   Sing Street di John Carney che punta lo sguardo su un ragazzo di Dublino che fonda una band per attirare la ragazza della quale si è innamorato. Ma la musica sarà qualcosa di più perché lo aiuterà a superare traumi come il divorzio dei genitori. Carney aveva già diretto un bel film di musica e sentimenti che si intitolava Once ma qui supera se stesso facendone un film profondo ma anche lieve. Peccato che sia stato distribuito in pochissime sale cinematografiche (meno di una decina in tutta Italia).