La storia di Qiu Ju

Milano, 24.3.2014
 
REGIA: Zhang Yimou SCENEGGIATURA: Liu Heng FOTOGRAFIA: Chi Xiaoning, Yu Xiaoquin, Lu Hongyi, Zhang Yimou MONTAGGIO: Du Yuan MUSICHE: Zhao Jiping
INTERPERTI: Gong Li, Liu Peiqi, Yang Liuchun, Lei Quesheng, Ge Zhijun, Lin Zi, Zhang Yimou, Yang Huiquin, Cui Luowen, Zhu Wanqing, Dorothy Malone, Wayne Knight, Ye Jun, Wang Jianfa PRODUZIONE: Sil – Metropole Organisation Ltd, Youth Film Studio of Beijing Film Academy DISTRIBUZIONE: Bim, Columbia Tri Star Films Italia  DURATA: 110 Min
 
 
L’inverno si addensa su un remoto villaggio nella Cina del nord. Dentro di sè, Qiu Ju si compiace della sua buona sorte è in attesa del suo primo figlio. Di li’ a poco suo marito Qinglai rimane ferito in una lite con il capo del villaggio Wang Shantang. Qiu Ju esige delle scuse, ma l’orgoglioso Wang non ne vuole sapere. Allora Qiu Ju affida tutto nelle mani di un poliziotto Li Shunlin. Li Shunli considera chiusa la questione quando Wang acconsente a pagare la parcella del medico di Qinglai. Qiu Ju però restituisce il denaro e fa causa a Wang. Al processo, la corte si limita a confermare il loro precedente accordo. Ingenuamente spavalda a causa della sua scarsa familiarità con le procedure legali, Qiu Ju si appella a una corte superiore.
 
Un ritratto della Cina rurale ed il contrasto con la civiltà urbana di un paese ancora fondamentalmente contadino quello che Yimou ci presentava vent’anni fa. Un film bonario che già allora veniva messo in dubbio un fondo satirico nell’opera del regista. Comunque rimane un documento sul lavoro e sulla quotidianità della Cina campagnola e cittadina svolto con taglio neorealistico visto che molte riprese sono state effettuate di nascosto dalla gente vera ed ignara di apparire in un film comunque genuino che ha strappato il primo premio a Venezia.
 
La critica
 
Film molto bello, politicamente forte, premiato col leone d’oro all’ultima mostra di Venezia. (Lietta Tornabuoni, La Stampa)
 
Il film che appare incentrato su temi e registri completamente differenti da quelli pure interessanti e splendidi, proposti da Yimou in altri lavori. E’ godibilissimo, non difetta di riflessi e venature perfino comiche, è intelligente e arioso mentre offre un invidiabile caleidoscopio di figurine coloratissime (scrivani, faccendieri, conducenti pubblici, locatori e funzionari). (Segnalazioni Cinematografiche)
 

 

L’intero film, dunque, è incentrato sul ritratto di questa donna analfabeta e di umilissima estrazione sociale, ma che dentro di sé possiede una profonda coscienza dei propri diritti, tanto da imbarcarsi in una lunga e faticosa “missione” pur di ricevere le scuse ufficiali del capo-villaggio Wang Shantang (Lei Kesheng), reo di aver colpito suo marito con un calcio ai testicoli. La travagliata vicenda di Qiu Ju diventa così un affresco emblematico della condizione femminile nella Cina di oggigiorno, caratterizzata da una mentalità ancora fortemente sessista; un affresco che Zhang Yimou traccia con limpida sobrietà, mediante uno stile semplice ma capace di descrivere con grande concretezza le pieghe della moderna società cinese, impostando anche un significativo confronto fra la Cina rurale e quella urbana (molte sequenze sono state girate a Pechino, utilizzando una cinepresa nascosta). (Stefano Loverme)