Lavoratori dello spettacolo, il giorno della protesta

Circa 90mila i lavoratori del settore in Lombardia

Milano, 30.10.2020

Lavoratori dello spettacolo in piazza questa mattina in tutta Italia, a Milano davanti al Teatro alla Scala, per denunciare le gravi difficoltà del settore e chiedere al governo la revisione del provvedimento sulla chiusura di cinema e teatri, e inoltre: risorse certe fino alla ripartenza, un tavolo permanente tra parti sociali e ministeri, ammortizzatori e tutele strutturali per i lavoratori atipici e discontinui, la stabilizzazione dell’occupazione per i lavoratori delle fondazioni e società sinfoniche.

La Lombardia è la regione, con il Lazio, dove opera il numero più alto di lavoratori del settore, circa 90.000. Un numero pari a più di 1/4 dei lavoratori dello spettacolo italiani. I 2/3 di loro hanno un contratto di lavoro dipendente, mentre circa 1/3 sono lavoratori autonomi. Dentro queste cifre troviamo gli artisti, i lavoratori di strutture teatrali, di fondazioni liriche e sale cinematografiche e i lavoratori intermittenti. La maggior parte delle imprese dello spettacolo è composta da teatri privati, imprese private, associazioni culturali la cui maggioranza ha sede proprio nella città di Milano e da loro parte una fitta catena di indotto che coinvolge trasportatori, noleggiatori di materiale audio/luci/video e scenografie in cui ai lavoratori, assunti da cooperative, viene applicato maggiormente il contratto intermittente.

“I dipendenti dei teatri pubblici e delle Fondazioni lirico sinfoniche pagano lo scotto del mancato rinnovo contrattuale – scrivono Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom della Lombardia in una nota -. L’occupabilità della maggior parte degli addetti del settore artistico è legata allo svolgimento degli spettacoli. E’ evidente come in questo momento occorrono reti di ammortizzatori sociali e misure di sostegno strutturate e tempestive anche nel pagamento da parte degli enti erogatori”.

I sindacati hanno segnalato all’Inps che ancora numerosi lavoratori non hanno ricevuto le indennità spettanti, alcuni addirittura quelle di marzo), e che le casse integrazioni vanno sbloccate velocemente. “E’ necessario trovare una soluzione urgente, con l’istituzione di un Welfare che sia adeguato a queste prestazioni discontinue, che possa riconoscere anche i contributi previdenziali per tutto il periodo interessato dalla pandemia – affermano Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom della Lombardia -. Il 2020 sarà per i lavoratori dello spettacolo un anno senza contributi. La parziale ripresa, ora bruscamente interrotta,- vede inoltre un calo dei compensi di oltre il 20% e il mancato rispetto delle norme contrattuali di settore. L’Italia corre il rischio che il settore imploda. Dalla Lombardia arrivano segnali di gravi sofferenze estese su tutti i comparti, rischi di chiusure di piccole e medie realtà che animano e tengono vive le città e i paesi”.


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