L’importanza di tirocini di qualità

Entro l’anno in corso l’Ue intende aggiornare il quadro di qualità dei tirocini

Nell’attuale Anno europeo delle competenze, uno degli elementi centrali riguarda le connessioni tra istruzione e mondo del lavoro, spesso al centro di forti critiche per i ritardi della scuola, da un lato, e i tentativi di speculazione di molti datori di lavoro, dall’altro. Nel 2014 una raccomandazione del Consiglio dell’Ue aveva individuato nei tirocini un «passaggio agevole dal mondo dell’istruzione a quello del lavoro, essenziale per migliorare le prospettive dei giovani sul mercato del lavoro». Ciò può essere vero, però, solo curandone la qualità sotto tutti gli aspetti, come sottolineato anche dallo stesso Consiglio: «Il valore del tirocinio ai fini di una più agevole transizione verso il mondo del lavoro dipende dalla qualità stessa del tirocinio in termini di contenuti di apprendimento e condizioni di lavoro. I tirocini di qualità apportano benefici diretti sul fronte della produttività, migliorano la corrispondenza tra domanda e offerta sul mercato del lavoro e promuovono la mobilità, in particolare riducendo i costi relativi alla ricerca e alla compatibilità sia per le imprese sia per i tirocinanti». La raccomandazione stabiliva 21 principi di qualità dei tirocini che gli Stati membri erano invitati ad applicare per garantire qualità di apprendimento e condizioni di lavoro adeguate. Tra questi principi, la conclusione di un contratto scritto di tirocinio, obiettivi di apprendimento chiari e informazioni trasparenti sulla retribuzione e sulla protezione sociale.

La Commissione europea ha poi svolto recentemente una valutazione della raccomandazione del Consiglio, con l’obiettivo di presentare nel corso del 2023 un’iniziativa per aggiornare il quadro di qualità dei tirocini e affrontare questioni quali l’equa remunerazione e l’accesso alla protezione sociale. In questo contesto va inserita una nuova indagine Eurobarometro, da cui emerge come i tirocini costituiscano un importante punto di partenza per permettere ai giovani di entrare nel mercato del lavoro: quattro giovani intervistati su cinque (78%) hanno svolto almeno un tirocinio e per uno su cinque (19%) la prima esperienza lavorativa è stata un tirocinio; sette persone su dieci (68%) hanno trovato un lavoro a seguito di un tirocinio e, di questi, più della metà (39%) ha firmato un contratto con lo stesso datore di lavoro.

Una buona opportunità per trovare lavoro

L’indagine Eurobarometro è stata svolta tra il 15 e il 24 marzo 2023 intervistando online 26.334 persone di età compresa tra i 18 e i 35 anni di tutti gli Stati membri dell’Ue. Causa i diversi approcci adottati nei vari Paesi non è sempre possibile differenziare i risultati in base alle diverse tipologie di tirocini, segnalano gli autori, ma emerge comunque come si tratti di una buona opportunità per trovare lavoro. La stragrande maggioranza dei giovani europei intervistati, infatti, risultava occupata (68%) o stava proseguendo gli studi (18%) sei mesi dopo l’ultimo tirocinio, mentre solo il 6% era disoccupato. Più dettagliatamente: il 39% ha continuato a lavorare per lo stesso datore di lavoro, con un contratto a tempo determinato o a tempo indeterminato; il 26% ha trovato un lavoro presso un altro datore di lavoro (a tempo determinato o indeterminato); il 4% è diventato lavoratore autonomo. In ogni caso, tre su quattro hanno detto di aver appreso cose utili dal punto di vista professionale durante il tirocinio, mentre oltre la metà ha affermato che il promotore del tirocinio, o un’altra organizzazione coinvolta, li ha sostenuti nella ricerca di un lavoro.

Circa la metà dei giovani che hanno partecipato all’indagine ha effettuato più di un tirocinio, il 37% ha dichiarato di aver effettuato tirocini ripetuti presso lo stesso datore di lavoro, mentre solo per l’11% l’ultimo tirocinio è durato più di 6 mesi, con una diminuzione dei tirocini lunghi di 4 punti percentuali rispetto alla precedente indagine svolta nel 2013.

Un dato positivo emerso dall’indagine è che la maggior parte dei tirocini è stata retribuita e ha dato accesso alla protezione sociale: il 55% dei giovani europei che hanno svolto un tirocinio ha ricevuto un compenso finanziario, dato in aumento rispetto al 40% dell’indagine del 2013, mentre nel 70% dei casi è stato il datore di lavoro a provvedere al pagamento della retribuzione; inoltre, il 61% degli intervistati ha dichiarato di avere avuto accesso pieno (33%) o parziale (28%) alla protezione sociale durante il tirocinio.

L’indagine Eurobarometro ha poi mostrato un aumento della percentuale di giovani europei che svolgono tirocini in un altro Paese: oltre un intervistato su cinque (21%) ha dichiarato di aver svolto almeno un tirocinio in un altro Paese dell’Ue, rispetto al 9% nel 2013.

Necessario migliorare la qualità La valutazione del quadro di qualità per i tirocini in tutti gli Stati membri, resa nota dalla Commissione europea nel gennaio scorso, si era basata su uno studio, sui risultati di varie consultazioni, comprese le parti sociali, sia a livello nazionale che a livello europeo, e su un sondaggio svolto con oltre 1800 tirocinanti. Era già emerso il fatto che un numero crescente di giovani effettui tirocini in altri Paesi dell’Ue rispetto a quello di residenza. Così come, secondo varie parti consultate, si riteneva che la qualità dei tirocini dovesse essere rafforzata, in termini di un’equa remunerazione, nell’accesso alla protezione sociale, in un migliore adattamento agli sviluppi del mercato del lavoro (come il lavoro da remoto) e con maggiore attenzione alle competenze digitali. Alcuni portatori di interessi proponevano di garantire un migliore sostegno ai tirocinanti durante e dopo il tirocinio attraverso il tutoraggio, altri hanno chiesto un ampliamento dell’applicazione del quadro di qualità per i tirocini, ad esempio nell’ambito dell’istruzione e formazione formale. Va ricordato che senza un quadro o uno strumento normativo, alcuni promotori dei tirocini possono utilizzare i tirocinanti come manodopera a basso costo o addirittura gratuita. Attualmente i tirocini non sono regolamentati in alcuni Stati membri e in determinati settori, mentre dove esiste la regolamentazione varia notevolmente ed è attuata in modi diversi. Quindi, come sottolineato anche dal Consiglio dell’Ue nella raccomandazione del 2014, «l’elemento principale del quadro di qualità per i tirocini è dato dalla conclusione di un contratto scritto di tirocinio che stabilisca obiettivi educativi, condizioni di lavoro adeguate, diritti e obblighi e una durata ragionevole