Milano, 24.6.2015

Un esempio? In zona Frattini, un’immobiliare proprietaria di 1.800 appartamenti oggi, a libero mercato, chiede come massimo 117 euro al metro quadrato: in virtù del nuovo accordo potrà arrivare a pretenderne 130 e ad ottenere dei robusti sconti fiscali. Solo sull’Imu il Sicet stima che il beneficio si aggirerà intorno al mezzo milione di euro. Un altro caso? Una società proprietaria di circa 2mila alloggi a Milano e provincia, attualmente in uno stabile di un centinaio di appartamenti in zona San Siro fa pagare 100 euro al metro quadrato: grazie all’accordo potrà incassarne 128 (oltre ai già citati benefici fiscali). E di esempi se ne potrebbero fare tanti altri. Le migliaia di famiglie che sono titolari di contratti a canone concordato in abitazioni di aziende private o di enti pubblici (Enpam, Inps, Pio Albergo Trivulzio, Fondazione Cà Granda, Golgi Redaelli…) rischiano di vedersi aumentati gli affitti in modo considerevole. “Si tratta di un vero regalo alla proprietà edilizia e di un ulteriore schiaffo alla tutela degli inquilini che cercano casa in affitto – affermano Spinelli e Cattoli -. Inoltre l’accordo, oltre a provocare un danno agli affittuari, non servirà ad affrontare il problema degli sfratti e dell’emergenza abitativa a Milano. Le famiglie che già oggi non riescono a pagare gli affitti, da domani si troveranno ancora più in difficoltà”. Secondo le due associazioni, “sugli esiti di questo scellerato accordo ha pesato molto la continua pressione da parte dell’assessore alla Casa Benelli, intervenuta più volte – e non solo pubblicamente – per accelerare i tempi della trattativa e indicando in alcuni casi i valori di canone possibili”. Nei giorni scorsi Sicet e Unione Inquilini hanno diffidato il Comune di Milano dall’applicare i benefici fiscali e dal corrispondere contributi in caso di affitti superiori a quelli già richiesti a libero mercato.