Milano, 7.10.2014
Allo stabilimento Nokia di Cassina de Pecchi è da ieri blocco totale delle attività, dopo l’invio di 115 lettere di licenziamento a seguito del mancato accordo sui 150 esuberi annunciati. Dopo anni di relazioni che hanno permesso di gestire le ristrutturazioni e il declino del settore “l’azienda ha inspiegabilmente alzato un muro contro la nostra proposta di recuperare le attività – spiega Andrea Bellisai, coordinatore nazionale Fim per le Tlc – e stendere un piano di incentivazioni all’esodo in linea con quanto avvenuto in passato”. La situazione appare particolarmente grave perché secondo la Fim è a rischio la presenza di Nokia in Italia: dal 2007 a oggi sono uscite dall’azienda, in seguito alle ristrutturazioni, ben 2500 persone e delle 450 rimaste al momento se ne salvano circa 300. ”Il nostro obiettivo resta il ritiro delle lettere di licenziamento – sottolinea Bellisai – per questo chiediamo un immediato intervento alla presidenza del Consiglio, al ministero dello Sviluppo economico e del Lavoro. Certo c’è amarezza per la mancanza di proposte da parte dell’azienda e il rifiuto delle nostre, come il rientro in Italia di alcune produzioni, come la realizzazione dei ponti radio, un’eccellenza cancellata troppo in fretta e che ora si vorrebbe destinare alla Germania”. Resta l’amaro in bocca anche per la disponibilità che il sindacato e i lavoratori hanno dato. “Ci aspettavamo, anche in questo caso – puntualizza Bellisai – che il gruppo dirigente italiano desse un contributo maggiore per trovare una soluzione che era ed è alla portate ancora oggi, la strada è quella degli accordi messi in campo dal 2007 ad oggi”.