Non autosufficienti e rette Rsa, Cisl Lombardia: la Regione affronti il problema della sostenibilità

Milano, 24.3.2017
 
La recente sentenza del Tribunale di Monza (n. 617/2017), che ha revocato il decreto ingiuntivo nei confronti del familiare di un malato grave di Alzheimer ricoverato in Rsa e condannato la casa di cura a rimborsare a titolo d’indebito la parte già versata della retta, ripropone la questione dell’inscindibilità delle attività di rilievo sanitario da quelle socioassistenziali e la preminenza delle prime, tanto da assorbire, nel caso di persone affette da gravi patologie, anche le prestazioni meramente assistenziali. Il che comporta la totale competenza del fondo sanitario. E’ quanto afferma in una nota la Cisl Lombardia, per la quale il punto delle rette nelle Rsa è uno deti temi di maggiore importanza, nell’ambito del confronto con Regione Lombardia sulla cronicità. 
Solitamente, se non a fronte di una pronunzia giudiziale, le prestazioni meramente assistenziali rivolte a persone affette da gravi patologie non sono assegnate alla competenza del fondo sanitario.
Rimangono così irrisolti tanto lo spinoso problema dell’adeguamento della parte sanitaria della retta da remunerare ai gestori contrattualizzati, quanto quello della garanzia dei Lea per gli anziani non-autosufficienti che non possono permettersi il ricovero in Rsa.
"Un intervento strutturale che metta a sistema in Lombardia il principio normativo come ricostruito dalla sentenza del Tribunale di Monza e prima ancora dalla Cassazione (sent. n. 4558/2012 e sent. n. 22776/2016) avrebbe indubbiamente un impatto molto destabilizzante sull’equilibrio della spesa sanitaria nella regione – affrema Pierluigi Rancati, segretario regionale Cisl Lombardia con delega al Welfare -. D’altra parte, Regione Lombardia non può sperare di mantenere sul punto il basso profilo di sempre, basandosi sul fatto che le sentenze hanno effetto sul solo caso deciso”. “Il problema della sostenibilità va affrontato agendo sia sulla qualificazione della gravità e delle correlate preminenti esigenze terapeutiche e di cura dell’anziano non-autosufficiente  che per la loro inscindibilità vanno portate a carico del servizio sanitario – aggiunge -, sia sullo sviluppo della domiciliarità e della residenzialità leggera”.