Agenzia Entrate, protesta il personale delle direzioni provinciali di Milano

Milano, 7.3.2016
 
Stato di agitazione del personale dell’Agenzia delle Entrate, direzione provinciale I e II di Milano. Le crescenti difficoltà con le quali i lavoratori stanno operando ormai da tempo, il preoccupante e perdurante stato di incertezza sul loro futuro, il senso di responsabilità con cui hanno colmato ricorrenti lacune organizzative e cercato di dare attuazione a norme bizantine, i carichi di lavoro che rendono gli uffici delle due direzioni milanesi assimilabili più a una catena di montaggio che ad un ufficio pubblico, la martellante campagna politica e mediatica che sembra mirare alla demonizzazione ed allo smantellamento dell’Agenzia: sono alcune situazioni emblematiche della condizioni in cui devono operare ogni giorno i dipendenti delle sedi milanesi dell’agenzia, più volte denunciate dai sindacati di categoria di Cgil, Cisl e Uil,  Salfi, Flp e Usb. “Le lavoratrici e i lavoratori ritenendo ormai colma la misura ci hanno dato mandato di mettere in campo tutte le iniziative di mobilitazione necessarie per ottenere le risposte più volte sollecitate”, spiega Giorgio Dimauro, della Fp Cisl Milano Metropoli. In particolare, i sindacati sollecitano risposte urgenti su: tempi e risorse certe per il pagamento del salario di produttività 2013 e per la chiusura della procedura del bando sulle progressioni economiche, oltre che per il pagamento del salario di produttività degli anni successivi a partire dal 2014. Chiedono inoltre la ridefinizione dell’organizzazione del front office, la cui attività sta diventando insostenibile, insicura oltre che scarsamente remunerata, senza sottacere la più volte denunciata disomogeneità nella gestione del servizio ai contribuenti e delle indicazioni operative tra gli uffici. “Occorre dotare gli uffici dell’Agenzia di un organico adeguato in tutte le aree funzionali, a partire dall’assunzione in tempi brevi di tutti i tirocinanti che risulteranno idonei, considerato l’enorme carico di lavoro rispetto alla cronica carenza di personale – spiega Dimauro – e poi fare chiarezza su tutti gli obiettivi assegnati oltre che sui percorsi formativi essenziali al fine di mettere il personale in condizione di svolgere al meglio la propria attività”
In assenza di risposte ai problemi posti entro il prossimo 18 marzo, i sindacati attiveranno tutte le iniziative di mobilitazione che riterranno opportune.